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Trump contro la Cina: colpite importanti aziende del Dragone

Il presidente uscente Usa Donald Trump intende rafforzare il giro di vite sulla Cina nelle ultime 10 settimane rimaste alla Casa Bianca, dopo la recente vittoria dell’avversario democratico Joe Biden.

Dazi alla Cina

Trump sta tentando di cementare la sua eredità, rendendo politicamente insostenibile per l’amministrazione Biden cambiare il corso politico verso Pechino. Lo rivela Axios citando alti dirigenti del governo. Il piano à quello di imporre sanzioni o restrizioni a società, entità e dirigenti cinesi per complicità nella violazione dei diritti umani a Hong Kong e nei campi di lavoro nello Xinjiang, regione autonoma degli uiguri o minaccia alla sicurezza nazionale.

La Casa Bianca, secondo Axios, sta discutendo anche di allargare la lista del Pentagono sulle società cinesi ritenute legate all’esercito di Pechino, dopo l’ordine esecutivo con cui Trump ha già vietato investimenti americani in 31 aziende del Dragone.

Nel mirino anche il crescente uso di manodopera forzata nell’industria ittica, non solo per violazione dei diritti umani ma anche per annullare i vantaggi economici nella competizione mondiale. Infine, Trump tenterà di piazzare più esperti cinesi ‘falchi’ nei vertici dell’amministrazione. Non sono attese invece mosse su Taiwan o altre chiusure di consolati cinesi negli Usa.

Cina, mega accordo scambio con 14 Paesi

La Cina risponde agli Usa con un maxi accordo commerciale: il Paese del Dragone ieri ha infatti siglato il più grande accordo di libero scambio al mondo. Si chiama Regional comprehensive economic partnership (Rcep) e include le 10 economie dell’Asean, insieme a Cina, Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Australia. Quindici Paesi che, insieme, rappresentano circa il 30% del Pil mondiale.

Proposto nel 2012, l’accordo è stato siglato ieri in un vertice dei Paesi del SudEst asiatico, con i leader impegnati a risollevare le economie colpite dalla pandemia. L’India non ha ancora firmato, ma potrebbe aderire successivamente, rendendo ancora più forte – di fatto – il peso economico della Cina nel Continente asiatico.

L’RCEP è il primo accordo di libero scambio tra Cina, Giappone e Corea del Sud (tre delle quattro maggiori economie asiatiche) ed è il primo accordo multilaterale di libero scambio a includere la Cina. Al momento della firma, gli analisti prevedevano che avrebbe aiutato a stimolare l’economia durante la pandemia di COVID-19, e “avrebbe attirato il centro di gravità economico verso l’Asia“.

Milena Castigli

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