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Confronto Pd-M5s, dem ottimisti: “Clima costruttivo”

Il primo round del match decisivo si è giocato alla Camera, dove Partito democratico e Movimento 5 stelle si sono per la prima volta seduti attorno al tavolo delle trattative, per capire se la convergenza necessaria per una maggioranza solida possa essere davvero il frutto dei loro colloqui. Uno scenario quasi impensabile fino a qualche anno fa che, ora, potrebbe addirittura portare a un inedito esecutivo giallo-rosso, a patto che gli attori in campo trovino un punto di incontro sui punti chiave che, da entrambe le parti, hanno provato a stilare per far capire ai compagni di trattative i paletti da rispettare. Anche per questo, nelle ultime ore, a susseguirsi sono state più le perplessità che i segnali di fiducia: perché le divergenze ci sono, alcune storiche e altre di sistema, ma comunque nulla che sembra davvero insormontabile. Almeno ragionando in termini assoluti.

Gli obiettivi

Un incontro tutto sommato breve (in ingersso a Montecitorio Delrio lo ha definito “un tentativo”), visto che M5s e Pd se la sono cavata in nemmeno un paio d'ore di discussioni. Sufficienti per prendere atto delle diffidenze dovute ad alcune divergenze strutturali ma, da un lato più ottimistico, utili anche per capire che le basi per trovare la quadra ci sarebbero anche, qualora ci fosse anche la volontà di superare gli ostacoli. Non ha partecipato Di Maio (presente comunque a Montecitorio) che si è mostrato sufficientemente prudente rispetto al vertice in quel momento in atto: “Il nostro obiettivo è approvare i nostri 10 punti e su quei punti ci è stata data una disponibilità da parte del Pd, ma vedo anche che già litigano” ha detto, senza però rispondere alla domanda dei cronisti sul tramonto definitivo dell'ipotesi Lega.

Sentori positivi

Al termine del vertice, i primi a dare qualche riscontro sono stati i dem: “C'è stata un'ampia convergenza sui punti dell'agenda ambientale e sociale – ha detto il capogruppo alla Camera Delrio -. C'è un lavoro molto serio da fare sulla legge di bilancio, sulle priorità”. Stessa linea anche per il capogruppo in Senato, Andrea Marcucci: “La riunione si è svolta in un clima positivo e costruttivo, che ci fa ben sperare sulle prospettive”. Sentori positivi anche sul lato pentastellato: “C'è stato un clima costruttivo – riportano fonti M5s -. Il Movimento ha posto sul tavolo il taglio dei 345 parlamentari, per noi è un punto fondamentale e propedeutico. Servono garanzie su questo aspetto”. Versione che riprende sostanzialmente la linea del capo politico, secondo il quale il taglio dei parlamentari “si deve fare subito, è l'inizio di un qualsiasi discorso, si deve fare subito. Se non c'è il primo punto non c'è nient'altro”.

L'accusa di Renzi

Ma nella giornata politica italiana non c'è solo l'esito dell'incontro fra le delegazioni dem e M5s. I malumori in casa dem colti da Di Maio si leggono nelle dichiarazioni giunte in mattinata dall'ex segretario Matteo Renzi, prodigo di accuse nei confronti del presidente del partito Gentiloni che, a suo dire, “ha fatto passare il messaggio di una triplice richiesta di abiura da parte del Pd ai 5Stelle”. Un messaggio riferito durante l'incontro con alcuni ragazzi della scuola di formazione politica di Barga e che rimbalzano in breve tempo alle orecchie del segretario Nicola Zingaretti, che taccia le accuse come “ridicole e offensive”. Di sicuro dichiarazioni pesanti, specie in una giornata potenzialmente decisiva come quella del primo confronto con i pentastellati. Circostanza che non ha scoraggiato l'ex premier dall'affondare il colpo nei confronti di colui che lo sostituì alla guida dell'esecutivo dopo le sue dimissioni: “Il modo in cui lo spin è stato passato è un modo finalizzato a far saltare tutto… Gentiloni era al Colle ma non ha aperto bocca. Non ha detto nella sede ufficiale ciò che pensava. Ma lo ha detto a due giornali”. E ancora: “La parte dei 5Stelle che vuol far saltare tutto a quel punto ha detto 'Zingaretti è Giuda'. E in questo rilancio il messaggio M5S è stato: 'Noi andremo da Mattarella a dire mai con il Pd'”.

Damiano Mattana

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