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UMBRIA JAZZ CHIUDE IL SIPARIO, EDIZIONE DA RECORD

Dopo dieci giorni di musica sotto le stelle, si è chiuso ieri sera il sipario della 43esima edizione di Umbria Jazz con Taylor McFerrin e Orlando Julius & The Heliocentrics, uno straordinario concerto che il Festival ha voluto regalare al grande pubblico. A far suonare Piazza IV Novembre ci hanno pensato i talenti della Berklee Jazz Clinic, con un ultimo omaggio ad uno dei sodalizi più importanti del Festival; inoltre concerti non stop ai Giardini Carducci fino all’una di notte con Kim Prevost, Sugarpie & The Candymen, Patrick Williams e Frank Bey. Nella tradizionale conferenza stampa finale, gli organizzatori hanno dichiarato 1 milione 500 mila euro di biglietti venduti più altri centomila di entrate da merchandising. Gli spettatori paganti sono stati oltre 36 mila. Oltre un milione i contatti su facebook.

Una edizione da record. Dal 10 al 19 luglio le città e le piazze dell’Umbria sono state affollatissime, in alcuni casi anche i musicisti hanno avuto difficoltà nel raggiungere il luogo dove dovevano suonare. Dall’acclamata apertura del festival con Paolo Conte, vero erede italiano di jazz, swing e canzone d’autore, all’innovativo progetto dei Subsonica creato in occasione di Umbria Jazz, fino all’attesissima e chiacchierata data italiana di Lady Gaga e Mr. Tony Bennett, che ha portato Perugia ad essere uno dei capoluoghi della musica internazionale.E a far suonare il campanello conclusivo di Umbria Jazz ci hanno pensato il giovane McFerrin, figlio del Maestro Bobby McFerrin, accompagnato sul palco dalla batteria di Marcus Gilmore, nipote del celebre Roy Haynes, e il lavoro di Orlando Julius, considerato tra i maggiori compositori di musica nera africana.

Il Festival nacque ufficialmente il 23 Agosto 1973, concerti degli Aktuala e dell’orchestra di Thad Jones e Mel Lewis, nelle cui fila militava una giovanissima Dee Dee Bridgewater, al teatro naturale di Villalago, Piediluco (TR). Merito degli sforzi di Carlo Pagnotta, commerciante perugino appassionato di jazz. La formula della manifestazione dei primi anni fu decisamente diversa rispetto all’attuale: itinerante e gratuito, tra alcuni dei luoghi più belli del Cuore Verde d’Italia come, oltre Villalago, piazza del Popolo di Todi, piazza IV Novembre a Perugia, il teatro romano a Gubbio, la fortezza dell’Albornoz a Spoleto e piazza San Francesco a Umbertide. L’immenso afflusso di pubblico in città e la grandissima partecipazione ai concerti portò negli anni il Festival a doversi riorganizzare. L’edizione di quest’anno è la riprova che il jazz sta vivendo uno dei suoi momenti più felici nel mondo e in particolare in Italia, come lo dimostrano i risultati dei concerti nei teatri, spazi riservati al jazz più autentico nelle sue diverse espressioni, tradizionali e moderne.

don Marco Mondelci

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