Oltre 20 stati e quasi 40 città Usa hanno fatto scattare il coprifuoco in vista di un’altra notte di proteste per la morte di George Floyd. Almeno 14 stati e la capitale Washington hanno mobilitato la Guardia nazionale. In tutto, sembra che la polizia finora abbia arrestato 2.564 persone in una ventina di città Usa nel weekend durante le proteste per violazione del coprifuoco, furto e danneggiamento. Circa un quinto – secondo un il bilancio del Washington Post – sarebbe stato arrestato a Los Angeles.
Il coprifuoco è stato decretato anche nella capitale americana Washington, dopo le proteste dei giorni scorsi davanti alla Casa Bianca. A causa dei tafferugli, venerdì sera gli agenti del Secret Service hanno portato il presidente americano Donald Trump in un bunker sotterraneo per quasi un’ora venerdì sera quando la protesta per la morte di George Floyd si é infiammata davanti alla presidenza. Lo scrive il New York Times, citando una fonte a conoscenza diretta dell’episodio.
E anche stanotte le proteste sono state violente. A meno di due ore dall’entrata in vigore del coprifuoco, scrive Ansa, migliaia di persone si sono radunate davanti alla Casa Bianca con cartelli e striscioni per la morte di Floyd. L’edificio é blindato dal Secret service e dalla Guardia nazionale. Segnalati anche momenti di tensione: alcuni manifestanti hanno acceso diverso roghi e danneggiato alcuni edifici. Sfidando il coprifuoco, i dimostranti hanno fronteggiato gli agenti schierati in linea con scudi e manganelli. I poliziotti hanno usato diverse volte i lacrimogeni, i gas urticanti e le granate stordenti per disperdere la folla.
La polizia è poi riuscita a concludere lo sgombero dell’area davanti alla Casa Bianca, ma i manifestanti presidiano ancora la zona esterna gridando con le mani alzate agli agenti “non sparate” e “voi siete la minaccia”. Quelli che avanzano vengono respinti a colpi di lacrimogeni o, come denuncia alla Cnn qualche partecipante, con proiettili di gomma. La situazione resta tesa. Intanto, Trump rilancia su Twitter lo slogan della destra “ordine e legge”, usato a fine anni’60 dall’allora candidato presidenziale Nixon e da Reagan, all’epoca governatore della California.
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