Tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944 circa 770 persone persero la vita durante la strage di Marzabotto. Tra questi 217 bambini, 392 donne e 132 anziani. Le uccisioni si susseguirono incessantemente nei sette giorni suaccennati. Interessarono differenti località del territorio attorno a Monte Sole e lasciando via di scampo a ben poche persone. Oggi Mattarella è tornato sul posto per ricordare le vittime.
La strage di Marzabotto si configura come un emblematico caso di “guerra civile”. Uomini e donne rastrellati e stanati in un territorio relativamente ampio con piccoli borghi. C’erano case coloniche, parrocchie, osterie ed empori, collegati tra loro da strade carrabili e da sentieri. Fu un massacro pianificato e messo in atto nel corso di una settimana di violenze, spesso inaudite, inframezzate da bagordi e saccheggi. Le truppe tedesche depredarono le vittime dei pochi oggetti di un qualche valore che possedevano. Tra questi rologi, bracciali, portafogli mentre di notte festeggiavano con le bottiglie di vino razziate nelle abitazioni contadine.
“Lo sterminio degli innocenti che le SS compirono 76 anni or sono nelle terre attorno a Monte Sole ha impresso un segno così profondo e doloroso nella storia del popolo italiano. Nulla e nessuno lo potrà mai cancellare. La Repubblica si inchina alla memoria di centinaia di donne e uomini, di bimbi e anziani, barbaramente uccisi secondo una logica di annientamento. Questa travalicava persino gli orrori della guerra combattuta”. Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione.
“Le squadre naziste, accompagnate da guide e informatori fascisti – ricorda il Capo dello Stato – si resero responsabili di molteplici crimini nei mesi del loro arretramento sull’Appennino Tosco-emiliano. Tuttavia, Marzabotto e le aree dei comuni di Monzuno e Grizzana Morandi divennero teatro di uno degli eccidi di civili più spaventosi, più disumani che l’Europa abbia conosciuto durante il secondo conflitto mondiale. Ma quelle vite tragicamente spezzate, quel dolore straziante dei sopravvissuti, sono diventate le basi di un riscatto popolare, di una liberazione, di una lunga stagione di democrazia, benessere, pace”.
A Marzabotto e a Monte Sole, ricorda Mattarella, “sono piantate radici robuste della nostra Costituzione repubblicana, le quali alimentano i principi di convivenza, di libertà, di uguaglianza tra le persone, di giustizia sociale, da decenni patrimonio della comunità nazionale e motore del nostro modello civile. Al tempo stesso, quelle radici portano linfa alla comune casa europea, all’Europa unita nelle diversità, ma anche nella civiltà dei diritti inviolabili della persona, nella cooperazione, nella solidarietà, che deve sempre prevalere sui rigurgiti di egoismo”.
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