Mattarella sui vaccini: “No a credenze anti-scientifiche”

Non possiamo accettare che nel XXI secolo acquistino credito credenze anti-scientifiche e che queste credenze ostacolino indispensabili azioni preventive (come le vaccinazioni) finalizzate a sradicare o a impedire il ritorno di malattie pericolose”.

Vaccinazioni

Lo ha detto stamattina il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la Cerimonia al Palazzo del Quirinale che inaugura simbolicamente i “Giorni della ricerca”, in programma dal 30 ottobre al 5 novembre.

Malattie – ha spiegato Mattarella – che le persone della mia generazione ricordano nella loro diffusione e devastante pericolosità quando colpivano amici e compagni di scuola. Non possiamo consentire che si scarichi sugli altri, che si vaccinano, la sicurezza della salute nella società”.

I “Giorni della ricerca” sono l’annuale iniziativa con la quale l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc) informa il pubblico sui progressi ottenuti dalla ricerca sul cancro e raccoglie risorse da destinare a nuovi programmi scientifici.

Il ricordo di Veronesi

Il presidente ha poi commemorato la figura di Umberto Veronesi, oncologo già ministro della sanità scomparso all'età di 91 anni l'8 novembre scorso. “Un anno fa moriva Umberto Veronesi, che dell'Airc è stato un fondatore e che ha contribuito da protagonista a trainare il nostro Paese nel compiere progressi nelle cure delle malattie tumorali. Lo ricordiamo per la sua statura di medico e di scienziato apprezzato nel mondo”, ha detto Mattarella.

Cure palliative

“Non deve mai venir meno l'impegno per sviluppare le cure palliative e per assistere la persona nei momenti più difficili”, ha poi detto il Presidente della Repubblica. “Quando non si può ragionevolmente prevedere la guarigione, si deve comunque curare e quando la cura non è più efficace verso la malattia c'è ancora spazio, uno spazio obbligatorio, per la cura della persona e della sua dignità. Nessuno deve sentirsi abbandonato. Vi è una stretta connessione – ha rimarcato – tra cura della persona e senso della cittadinanza”.

Cervelli in fuga

Infine, il Capo di Stato ha parlato dei “giovani ricercatori” che “sono pronti a raccogliere il testimone dei loro maestri” ma non devono essere obbligati alla fuga all'estero per mancanza di opportunità nella madre patria. “La loro mobilità in Europa e nel mondo – ha detto – è condizione di maggior libertà e di opportunità per tutti. Dobbiamo compiere ogni sforzo affinché la circolazione del sapere e delle intelligenze non diventi, per i nostri giovani, una strada a senso unico, in uscita“, ha concluso.