IL CASO LUPI SCUOTE IL GOVERNO. TENSIONE ALFANO RENZI

Dimissioni o no? Il governo Renzi è alle prese con il dilemma legato a Maurizio Lupi dopo l’uscita del nome di suo figlio Luca negli atti d’indagine dell’inchiesta fiorentina sulla corruzione nelle Grandi opere. Una spina nel fianco con cui il premier, che giusto in questi giorni sta premendo per il passaggio alla camera della legge contro tangenti e affini, non vuole convivere. Sinora ha cercato di lanciare un’immagine diversa della politica italiana, soprattutto per agganciare investimenti dall’estero e in vista di Expo, percepita come una grande occasione per il rilancio della nostra economia. “Così non si può andare avanti” è il messaggio che filtra dall’entourage del presidente del Consiglio, sempre più deciso a chiedere un passo indietro al ministro dei Trasporti.

Per capire il Renzi pensiero basta saper interpretare quello che ha detto Delrio giusto ieri “Dimissioni? Il ministro ci sta pensando”. Nessuna difesa d’ufficio dunque ma un invito alla riflessione. La questione è delicata, soprattutto da un punto di vista politico. Lupi non appartiene al Pd e quindi l’intervento diretto di Renzi per chiederne l’allontanamento potrebbe aprire una crisi nella maggioranza proprio mentre si giocano partite decisive sulle riforme con Forza Italia che si è sfilata dal patto del Nazareno. Dovrebbe essere Angelino Alfano a farlo. Che però ha escluso l’ipotesi di dimissioni “non ci ha pensato, non c’è una questione giudiziaria visto che non è indagato” ha detto il ministro degli Interni. Dunque “bisogna accelerare i tempi dell’informativa in Parlamento”, e Lupi “è prontissimo ad affrontare” la questione davanti alle Camere. Contando sulla compattezza del suo partito: “Noi lo sosteniamo, abbiamo piena fiducia in lui, è  persona per bene e onesta, e nessuno ha ritenuto di indagarlo” nonostante l’ampio numero di persone coinvolte nell’inchiesta di Firenze. “Quindi non c’è una questione giudiziaria ma una questione politica e il luogo dove può essere affrontata è il Parlamento”.

Ma Renzi sembra pronto a insistere, secondo i suoi pretoriani è infuriato perché da tempo aveva messo nel mirino, senza riuscirci, la struttura di missione guidata da Ercole Incalza. La tensione cresce e l’asse Pd-Ncd sembra di nuovo sul punto di cedere.