Forza Italia a Mattarella: dittatura Pd alla Camera, faccia qualcosa

Si fanno giorno dopo giorno più aspri i toni di Forza Italia nei confronti di Matteo Renzi. Il Mattinale, la nota politica del gruppo azzurro alla Camera, riprendendo le parole di Silvio Berlusconi ha parlato di “Deriva autoritaria”. ” E noi non abbiamo intenzione di veder morire la democrazia in Italia per la brutale volontà di Renzi e del Partito democratico di imporre i propri diktat al Parlamento” si legge nel comunicato che rivolge un accorato appello a Sergio Mattarella. “Chiediamo all”Arbitro’ (come si è definito il capo dello Stato nel suo discorso d’insediamento ndr) se non intenda dire e fare qualcosa su quanto sta avvenendo alla Camera sottoposta a una dittatura della maggioranza”.

I deputati di Fi lamentano l’imposizione di “tempi e bavagli” e chiedono al Presidente di immaginarsi se queste “mordacchie fossero state imposte da Alcide De Gasperi nel 1947. Non ci sarebbe la Costituzione in cui la grandissima parte delle forze politiche, anche strenuamente avversarie, si sono alla fine riconosciute. E con ogni probabilità si sarebbe data l’esca ad una guerra civile come già di fatto avveniva nel triangolo della morte Emiliano-romagnolo e in Venezia Giulia”. Il dito è puntato soprattutto contro il premier, una “tigre” dimostratasi “fragile nelle sue stesse ossa”.

“Non c’è bisogno di spendere molte parole – evidenzia ancora ‘Il Mattinale’ – per esprimere il nostro sconcerto. La seduta fiume, che si aggiunge ai tempi contingentati, a tutte le escogitazioni dei prepotenti, aveva per effetto collaterale non innocuo quello di impedire la valutazione finale della Commissione lavoro sul Jobs Act, che scade oggi. E che certo è infinitamente più urgente della riforma costituzionale che andrà in vigore nel 2018”. Secondo gli azzurri l’errore “gravissimo di Renzi è stato di essersi consegnato, rompendo clamorosamente il patto con Berlusconi, alla sua minoranza interna. Lo faranno ballare, anzi lo stanno già stringendo al collo. Ed è inutile che il premier riversi la sua frustrazione sul Parlamento”. La nota chiude replicando all’editoriale di Sabino Cassese pubblicato sul Corriere della Sera: “Gli rispondiamo che: un conto sono le decisioni formali della Corte, che non ha voluto creare un vuoto di rappresentanza e di funzionalità ordinaria. Resta che il premio di maggioranza, nel nostro caso indebito, è comunque previsto per consentire al governo di governare. Non può in nessun caso essere usato come arma letale per imporre una nuova Costituzione”.