Femminicidio, Mattarella: “Emergenza sociale tragica e inquietante”

“Quella del femminicidio è un’emergenza sociale tragica e inquietante”. Lo ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione al Quirinale della Festa internazionale della donna. Il capo dello Stato ha quindi auspicato una “rapida e definitiva approvazione del provvedimento che tutela i figli delle donne uccise dai propri compagni”. L’ok all’unanimità della Camera al provvedimento, secondo Mattarella, “assume un grande significato”, poiché esso assicura “un futuro agli orfani“.

Il Presidente ha poi rimarcato che “promuovere e difendere le donne, i loro diritti, la loro tutela, il loro lavoro, il loro inserimento nei processi decisionali, significa aprire concretamente prospettive di pace“. Al Quirinale Mattarella ha voluto idealmente accogliere “la passione, le fatiche, i sogni, le amarezze e la gioia di tutte le donne italiane. Della metà dell’Italia! E vi ringrazio per la vostra quotidiana e spesso faticosa azione in favore di una società più equa, più accogliente, più solidale e più integrata”. Ha poi sottolineato “ostacoli, incomprensioni e pregiudizi” il gentil sesso deve ancora affrontare.

E’ dovere della politica e delle istituzioni “rimuovere tutti quegli ostacoli di natura economica, sociale e, purtroppo, di abito mentale, che ancora impediscono a tante donne di raggiungere livelli apicali e parità di retribuzione”. Il capo dello Stato, dopo aver ricordato che il potere della voce delle donne spaventa i violenti, ha spiegato che “proprio per questo quella delle donne è una voce che dovrebbe essere amplificata, sostenuta e più ascoltata”. Mattarella ha lanciato quindi un appello “all’altra metà della popolazione italiana, quella maschile“. “Anche gli uomini devono sapersi mettere in discussione e rinunciare ad ogni forma di riserva mentale”. Noi tutti, ha aggiunto il presidente, “dobbiamo fornire un appoggio reale e incondizionato, nella lotta alle diseguaglianze, ai pregiudizi, alle discriminazioni e, a maggior ragione, quando si manifestano sopraffazione e violenza”.