Berlusconi: la pena finisce, gli scandali proseguono

Ancora qualche ora e Silvio Berlusconi sarà un uomo libero. Oggi l’ex cavaliere si è recato per l’ultima volta nel centro anziani di Cesano Boscone dove assiste i malati di alzheimer in esecuzione della sentenza Mediaset dell’1 agosto 2013 che lo aveva condannato ai servizi sociali. L’8 marzo il suo periodo di affidamento terminerà e il fine pena sarà operativo. In questo modo il leader di Forza Italia non avrà più quelle limitazioni che gli anno impedito sinora di svolgere pienamente la sua funzione di presidente del partito. Una buona notizia per lui visto il caos che sta sconvolgendo il movimento azzurro, dilaniato dalle correnti interne, soprattutto quella di Raffaele Fitto, lontanissima dalle posizioni dell’ex premier. Fi va riorganizzata e per farlo serve una presenza più costante del grande capo, fino ad ora impossibilitato a prendersi cura della sua creatura. Così, negli ultimi giorni, non sono mancate le voci, prontamente smentite, della pazza idea di fondare un nuovo soggetto politico. “Non ci rottama” è stata la pronta replica giunta da via dell’Umiltà.

Di sicuro andrà rivista la classe dirigente e ribadito che il partito non può prescindere da Berlusconi per cui “chi ci sta bene, per gli altri la porta è quella”. Il presidente azzurro non potrà però ricandidarsi fino al 2019, in virtù della legge Severino, che lo ha fatto decadere da senatore dopo la condanna. Né potrà avere incarichi di governo a breve giro di ruota, stante l’interdizione temporanea dai pubblici uffici. In ogni caso pensare a una nuova premiership per l’ex Cav è difficile visto che nel 2019 avrà 82 anni. Per lui si profila, dunque, un futuro da padre nobile di un centrodestra in crisi totale e che potrebbe trovare nel vecchio leone il grande ombrello.

Ma se la pena finisce non si fermano gli scandali. L’ultimo riguarda un’intercettazione di una telefonata del 2008 con Gianpi Tarantini in cui si parla un po’ di tutto, dalla politica alle “cene galanti”. “Ieri sera tutto bene eri sera bene mi sembra, no? – dice l’ex Premier al fedelissimo – Forse … così tante, sono troppe.. al massimo averne 2 a testa, però adesso voglio che tu abbia anche tu.. quelle tue, perché se no, mi sento sempre in debito, io, no? .. ehh., e scusa, portatele per te, e poi io mi.. porto le mie.. poi ce le prestiamo, insomma.., la pat**** deve girare..”. E poi ancora: “Io c’ho due bambine piccole, che è tanto che non vedo.., una fa la giornalista in Rai.. ehh.. in Mediaset.., allo sport, è una napoletana molto simpatica, molto dolce.., e un’altra bambina di 21 anni, brasiliana, che mi ha pianto al telefono, dicendomi che l’avevo dimenticata”.

Pronta è arrivata la difesa da parte dei fedayn di Berlusconi che parlano di macchina del fango “a orologeria”, giusto in tempo per la fine della condanna. Secondo l’azzurro Cattaneo quanto uscito “non aggiunge nulla di nuovo. Porta invece nuove e vecchie domande: perché escono queste intercettazioni non rilevanti penalmente? Chi le manda ai giornali? Perché vengono pubblicate ora? Chiunque ha veramente a cuore il concetto di democrazia e il valore della libertà’ dovrebbe non solo indignarsi, ma attivarsi affinché tali episodi non si ripetano per qualunque altro Presidente del Consiglio o semplice cittadino. La realtà è che, come già accaduto in passato, siamo di fronte ad una vera e propria pubblicazione di intercettazioni ad personam”. Bentornato, verrebbe da dire…