Russia, Italia e altri temi caldi nell'agenda di Ursula von der Leyen, neo-eletta alla presidenza della Commissione europea e, in tale carica, protagonista delle prime interviste. Ai giornalisti europei chiarisce subito la questione Italia, nodo estremamente complesso, dipanatosi con la correzione del governo ma, comunque, ancora in fase di monitoraggio. E von der Leyen non ha mancato di farlo sapere, spiegando in un'intervista a Repubblica che la Commissione “monitorerà molto da vicino la situazione in Italia” con l'obiettivo di “riuscire a investire per stimolare la crescita senza contravvenire alle regole esistenti”, pur confermando che cercherà di mantenere “sempre un approccio aperto e costruttivo con l'Italia”. A proposito del nostro Paese, il successore di Juncker ha spiegato, in relazione alla possibilità che venga proposto un commissario della Lega, che esiste “il diritto di ciascuno Stato membro a proporre i propri commissari”, così come “il diritto del presidente a chiedere altri nomi qualora se ne ravvisino delle buone ragioni. Per iniziare bene – parole riportate da La Stampa – è importante che io non dia delle condizioni. L'unica cosa essenziale è che nel collegio ci siano tante donne quanti sono gli uomini”.
Nel corso dell'intervista concessa a Repubblica, la presidente della Commissione tocca anche il tema Sea Watch e, più in generale, delle ong nel Mediterraneo, sulle quali è stato avviato un lungo braccio di ferro da parte del governo italiano: “E' un obbligo per tutti gli esseri umani quello di salvare chi rischia di annegare. Ciò che vuole l'Italia, principalmente, è una riforma del sistema disfunzionale di Dublino. E devo ammettere che mi meraviglia come un accordo così sbagliato possa essere stato firmato. Inoltre posso capire che i Paesi che sono ai confini esterni della Ue non vogliano essere lasciati soli ad affrontare la sfida dell'immigrazione. Devono avere la nostra solidarietà”. E sull'influenza russa in Europa spiega: “Siamo testimoni da un po' di un atteggiamento ostile da parte della Russia. Che spazia dalla lesione di leggi internazionali, come l'annessione della Crimea, al tentativo di dividere l'Europa il più possibile. Il Cremlino non perdona nessun tipo di debolezza. Dalla nostra posizione di forza dovremmo mantenere le sanzioni e offrire allo stesso tempo il dialogo”.
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