E'la prima volta in sessant'anni che l'opposizione riesce a conquistare la poltrona politica più alta in Malaysia: c'è riuscito il partito, anzi, la coalizione Alleanza della Speranza, guidata dall'ultranovantenne (nonché ex ministro) Mahathir Mohamad il quale, per la prima volta in sei decenni, ha rovesciato l'egemonia del Fronte nazionale, finora costantemente al governo. Un risultato storico dunque, non solo perché conquistato aggiudicandosi 113 seggi contro i soli 79 del partito maggioritario (numeri da record nel Paese del Sud-Est asiatico) ma anche perché, con i suoi prossimi 93 anni (li compirà a luglio), Mahathir conquista la palma di premier più anziano del mondo, andando a riprendersi un posto occupato per 22 anni filati tra il 1981 e il 2003.
Per rompere il dominio incontrastato dello schieramento di centrodestra guidato dal primo ministro uscente Najib Razak (in carica dall'april del 2009), Mahathir ha optato per una raccolta di quattro partiti differenti dai quali è nata, nel 2015, la base per una nuova coalizione finalmente competitiva con il granitico Fronte nazionale il quale, comunque, nei giorni pre-voto appariva lo stesso in netto vantaggio (come onfermato anche dalle prime previsioni). Nonostante la sconfitta piuttosto marcata, Najib Razak ha comunque ottenuto la rielezione in parlamento, nonostante fosse rientrato, nei mesi scorsi, in un grave scandalo di corruzione. Il timore principale, ora, riguarda le possibili ripercussioni post-voto poiché, in fase di campagna elettorale, forte pressione era stata fatta sui valori conservatori e islamici, con il risultato di una più marcata divisione dei sensi di appartenenza.
Secondo quanto riferito da Mahathir in un discorso televisivo pronunciato subito dopo la sua elezione, un rappresentante della monarchia costituzionale della Malaysia avrebbe contattato la coalizione d'opposizione per congratularsi per la sua vittoria e per farsi annunciare come, entro un giorno, avrebbe avuto (con tanto di giuramento) pronto il nome di un primo ministro. A scanso di problemi, la Polizia malese ha organizzato posti di blocco nelle strade confermate come interessate a manifestazioni di dissenso degli sconfitti anche se, fino al tardo pomeriggio, la situazione era rimasta sotto controllo.
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