Nella Tunisia colpita da due attentati nell’arco di tre mesi, con un totale di 59 vittime, viene prorogato per 60 giorni lo stato di emergenza proclamato il 4 luglio per far fronte al rischio di nuovi attacchi jihadisti. In questo modo alla polizia e all’esercito sono concessi poteri eccezionali per intervenire nelle indagini e nei blitz antiterrorismo.
Gli estremisti islamici hanno colpito il settore turistico, sapendo bene che è il fulcro dell’economia tunisina, uccidendo 24 visitatori del Museo Nazionale del Bardo il 18 marzo, e poco tempo dopo, il 26 giugno, hanno sorpreso i turisti della spiaggia di Sousse, per la maggior parte britannici.
“Dopo consultazioni con il capo del governo e con il presidente del parlamento – è scritto in un comunicato della presidenza – Essebsi ha deciso di prolungare lo stato di emergenza su tutto il territorio per due mesi, a partire dal 3 agosto 2015″. Le misure di urgenza erano state revocate nel marzo del 2014 e fino a quel momento erano state ininterrottamente in vigore dal gennaio 2011, dopo le rivolte che portarono alla fuga del presidente Zine El Abdine Ben Ali.
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