Fin troppo movimentati i primi due giorni di Donald Trump in terra britannica, fra polemiche con il sindaco londinese e infrazione di etichetta nell'incontro con la regina Elisabetta. Ora, inevitabilmente, arrivano un paio di nodi al pettine americano: innanzitutto la replica piccata di Sadiq Khan, tutt'altro che propenso a lasciar correre la provocazione del presidente degli Stati Uniti; poi l'argomento Brexit, caldissimo al di qua dell'Atlantico, visto come un'opportunità sull'altra sponda e affrontata in un momento in cui, con Theresa May dimissionaria annunciata e Trump prodigo di endorsement verso l'ex alleato della premier uscente, Boris Johnson, la situazione resta estremamente scottante. Il Tycoon prova a stemperare gli animi e, a St. James Palace, scherza con May, assumendo un tono, secondo la Bbc, a metà fra l'ironia e la provocazine: “Non mollare, facciamo questo accordo”. Il primo ministro comunque non raccoglie, e lascia scorrere la colazione a St. James per poi affrontare altri argomenti durante il vertice a Downing Street.
A proposito di Brexit, però, indipendentemente da chi prenderà il posto di May, Trump sembra più che propenso a creare con il Regno Unito un asse forte nella fase post-uscita dall'Ue. Pochi dettagli, se non un ventilato “accordo commerciale molto molto sostanziale”, del quale la premier è apparsa soddisfatta: “Ci sono enormi opportunità – ha detto – di lavorare insieme in futuro. E' già una grande partnership, ma penso che possiamo portare ancora oltre… Ovviamente questo è un buon accordo commerciale bilaterale”. Non è un caso, forse, che parallelamente alla visita del presidente in Gran Bretagna sia avvenuto l'incontro fra gli alti funzionari di cinque impresi britanniche e americane, con lo scopo di rafforzare ulteriormente i legami commerciali fra i due Paesi, già nella fase precedente alla risoluzione del nodo Brexit.
Non è certo una novità che il presidente americano sia fra i sostenitori del cosiddetto No Deal, l'uscita dall'Ue senza accordo. Non stupisce, quindi, la stima anche per Boris Johnson e per la sua visione radicale della Brexit, tanto da spingere le sue quotazioni per ricoprire la carica di futuro leader Tory, pur affermando che altri della nutrita schiera di candidati a prendere il posto di May si sono rivolti a lui per ottenerne il favore. Ma se un ex sindaco londinese, come Johnson, ottiene il gradimento del Tycoon, tutt'altro discorso è per l'attuale primo cittadino della capitale britannica, Sadiq Khan, etichettato come “perdente” non più tardi di ieri. Una manciata di ore e Khan replica, stizzito: “Trump è il simbolo dell'estrema destra nel mondo, “incapace di parlare delle diversità” e nelle mani di un gruppo di “estremisti” per quanto riguarda i rapporti con la comunità musulmana nel mondo. E ancora: “Io penso che in effetti, se guardiamo in giro per il mondo, ci sono molti leader i cui punti di vista io trovo ripugnanti – in Ungheria, in Italia, in Francia o qui da noi nel Regno Unito – i quali guardano a Donald Trump come al loro 'poster boy'”. Una critica decisamente estesa più che una semplice replica.
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