L’Army Corps of Engineers degli Stati Uniti ha dato il via libera finale alla costruzione dell‘oleodotto Dakota Access. La decisione è arrivata dopo che il presidente Donald Trump aveva dato ordine di velocizzare il progetto nonostante le proteste dei Sioux, delle proteste degli ambientalisti e, non per ultimo, dopo la decisione della precedente amministrazione – quella di Obama – di interrompere i lavori.
L’amministrazione ha concesso il permesso finale necessario per l’oleodotto Dakota: il progetto da 3,8 miliardi di dollari per trasportare petrolio dal Nord Dakota all’Illinois prevede di far passare le tubazioni sotto un lago vicino a Standing Rock ed è visto dai Sioux come una minaccia alla purezza delle riserve idriche e un’offesa a luoghi considerati sacri.
L’ok ad andare avanti è arrivato quando sembrava essersi aperto un spiraglio di trattativa fra i Sioux e l’amministrazione. Dave Archambault II, il presidente della tribù, era in volo per Washington per incontrare l’amministrazione Trump quando è arrivato a sua insaputa il via libera. Immediata la reazione dei nativi americani, che hanno cancellato il previsto appuntamento. Il presidente ha mostrato una ”completa mancanza di rispetto per i nativi e per i loro diritti”, afferma Archambault in una nota.
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