Le Nazioni Unite hanno rinviato sine die la conferenza nazionale libica – in programma dal 14 al 16 aprile a Ghadames – dopo l'attacco su Tripoli lanciato dalle forze fedeli a Khalifa Haftar. Lo ha annuncia l'inviato Ghassan Salamè in un comunicato citato dai media libici.
“Lavorerò con tutte le forze per tenere la Conferenza nazionale libica il più presto possibile, non possiamo permetterci di rovinare questa storica opportunità“, ha scritto Salamè. Ma allo stesso tempo “non possiamo chiedere alle persone di prendere parte alla Conferenza durante spari e attacchi aerei“, ha spiegato nella nota diffusa dalla missione Unsmil.
Cresce, intanto, il numero delle vittime. In tre giorni – ha riferito l'Oms citando strutture sanitarie libiche – si sono registrati 47 morti e 181 feriti. Tra i deceduti, nove sono civili tra cui due medici, ha precisato un portavoce. L'Oms ha ricordato che la presa di mira di operatori sanitarie di strutture sanitarie è contro il diritto umanitario internazionale ed espresso allarme per l'impatto di un conflitto prolungato sulle limitate forniture mediche.
Diverse organizzazioni umanitarie internazionali (tra cui, oltre l'Oms, l'Unicef e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni) hanno mobilitato squadre di medici e forniture mediche. Ma la volatilità della situazione, i costanti bombardamenti e gli scontri armati minacciano la vita dei civili e complicano l'accesso per gli operatori umanitari. Gli attuali scontri aggravano inoltre la situazione di un sistema sanitario già sovraccaricato. L'Oms sottolinea inoltre che negli anni, con il conflitto che si trascina, centinaia di centri di assistenza sanitaria di base e più di 20 dei suoi ospedali sono stati danneggiati o chiusi.
L'Alto commissario Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha lanciato oggi un appello a tutte le parti in conflitto in Libia a “unirsi per evitare ulteriori violenze e spargimenti di sangue senza senso”. In un comunicato pubblicato a Ginevra, Bachelet ha ammonito le parti coinvolte nel conflitto ricordando che mirare intenzionalmente civili o strutture civili e condurre attacchi indiscriminati possono costituire crimini di guerra. Bachelet ha ribadito che i principi di distinzione, proporzionalità e precauzione devono sempre essere pienamente rispettati e ha sottolineato la necessità di garantire la protezione dei civili estremamente vulnerabili, inclusi i rifugiati e i migranti, molti dei quali sono detenuti da gruppi armati in condizioni terribili. “Il popolo della Libia è da tempo intrappolato tra numerose parti in conflitto, con alcuni tra i più vulnerabili che patiscono tra le più gravi violazioni dei loro diritti umani”, ha denunciato l'Alto Commissario.
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