Stretta sui migranti in Ungheria, dove lo Orszaghaz, il Parlamento, ha dato il suo ok per la detenzione automatica per tutti i migranti attualmente presenti nel Paese magiaro e il loro concentramento in villaggi recintati, dove ci sono grandi container abitativi. La decisione segue una proposta del premier nazionalconservatore, Viktor Orban, e del suo governo, al potere dalle elezioni dell’aprile del 2010 e riconfermato quattro anni dopo.
Il provvedimento sulla detenzione dei migranti è stato approvato con 138 voti a favore, 6 contrari e 22 astenuti. I richiedenti asilo che finiranno in manette verranno collocati in cosiddette “zone di transito”, situati alle frontiere con la Serbia e la Croazia, dove dovranno rimanere – senza permessi né libere uscite – fino a quando la loro domanda di asilo non verrà esaminata. Il governo aveva annunciato il ripristino della legge – abrogata nel 2013 per le pressioni dell‘Unione Europea e dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati – lo scorso 10 febbraio. Il premier Orban aveva sottolineato la necessità di reintrodurre il provvedimento come “risposta ai recenti attacchi terroristici in europa compiuti dai migranti. Andremo contro le norme internazionali precedentemente accettate – ha ribadito il premier -, ma dobbiamo difenderci dalla minaccia islamista”.
Inoltre, alcuni giorni fa, il Paese magiaro ha dato il via alla costruzione di una seconda barriera lungo la frontiera con la Serbia. Il nuovo “muro” sarà alto tre metri e, sulla sua sommità saranno poste delle telecamere per la visione notturna e sensori di calore e movimento. La barriera avrà lo scopo di rafforzare quella già esistente, costruita nell’estate del 2015 quando circa 400 mila persone riuscirono ad entrare nei confini ungheresi.
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