I metal detector resteranno al loro posto: questa la decisione (annunciata) del gabinetto della Difesa di Israele, convocato dal premier Benjamin Netanyahu in merito all’apposizione delle misure di sicurezza in ingresso alla Spianata delle Moschee, a Gerusalemme. Un provvedimento che, nei giorni scorsi, aveva provocato il forte dissenso della comunità islamica d’Israele, con numerosi scontri nella capitale costati la vita, finora, a 5 persone di origine palestinese, per un totale di 8 vittime, compresi i tre coloni israeliani assassinati da un terrorista 19enne nella loro casa, nei pressi di Ramallah. Nessuna alternativa, quindi: i macchinari di controllo rimarranno e, anzi, verranno applicate anche delle videocamere di sorveglianza, con discrezione ai controllori di limitare l’uso dei detector.
La decisione di confermare l’apposizione dei controlli, come detto, era stata in gran parte annunciata, nonostante gli scontri di venerdì scorso. L’attacco del 14 luglio perpetrato da tre terroristi palestinesi e costato la vita a due agenti delle Forze di sicurezza poste a guardia del perimetro, avevano spinto il governo israeliano addirittura a sospendere la preghiera del venerdì, avviando una serie di proteste da parte della comunità musulmana. La stessa comunità, del resto, ha ampiamente manifestato il proprio dissenso anche al termine della riunione odierna, attraverso la voce del Gran muftì di Gerusalemme, Mohamed Husein: “Respingiamo qualsiasi cambiamento nella situazione storica della moschea di al-Aqsa, perché sia essa sia Gerusalemme sono sotto occupazione”, ha spiegato.
“Gli assassini non ci diranno mai come cercare gli assassini – ha detto il ministro della Difesa, Tzachi Hanegbi -. Se non vogliono entrare nella moschea, allora non vi entrino”. A scanso di rischi, comunque, considerando le possibili ripercussioni dovute alla decisione, Israele ha schierato ingenti truppe in Cisgiordania dove peraltro, questa mattina, le Forze armate hanno effettuato un blitz che ha portato all’arresto di 25 funzionari di Hamas tra i quali, probabilmente, anche un deputato. Insomma, un clima di tensione che sembra destinato a restare sul filo del rasoio, ancor di più con la presa di posizione irremovibile della Difesa israeliana.
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