E’ la prima volta dall’autoproclamazione del Califfato che lo Stato Islamico mostra l’esecuzione capitale di due donne. L’accusa nei confronti delle prigioniere è di “stregoneria” e a denunciarlo sono gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani.
Le decapitazioni sono state eseguite nella provincia di Deir Ezzor e nella città di al-Mayadin tra domenica e lunedì e le donne sono state uccise insieme ai rispettivi mariti. A entrambe le coppie è stata imputato l’uso di magia per guarire mali fisici, una motivazione che sorprende molti esperti di cultura musulmana secondo i quali il reato di stregoneria non è mai esisto nella storia dell’Islam.
Si tratterebbe quindi di una doppia “novità” da parte dello Stato Islamico, un superamento delle tradizionali leggi che confermerebbe la brutalità del Califfato. Non solo per la prima volta due donne sono state decapitate, esecuzione riservata fin’ora agli uomini, ma anche lo stesso capo di accusa si dimostra estraneo alla tradizione islamica.
Intanto, nella provincia di Deir Ezzor i miliziani hanno crocifisso 5 uomini perché non avevano rispettato il digiuno previsto durante il periodo del Ramadan. Dopo aver appeso al collo delle vittime dei cartelli in cui viene spiegata la motivazione della pena inflitta, i jihadisti hanno invitato i bambini a molestarli e prenerli in giro.
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