“E’ giunto il tempo di eliminare Bashar Assad“. E’ la forte e diretta opinione del ministro israeliano dell’edilizia, Yoav Galant, ex generale dell’esercito, che ha fatto le sue dichiarazioni durante una manifestazione.
Quello che si sta verificando in Siria, ossia “gente deliberatamente colpita da armi chimiche, i loro corpi bruciati, è qualcosa che non si è visto negli ultimi 70 anni. E’ stata passata la linea rossa – ha accusato il ministro israeliano parlando alla Radio Militare – è un genocidio sotto tutti gli aspetti”. Per il ministro, eliminare Assad equivarrebbe a “tagliare la coda del serpente”. Una volta eliminata la coda però, arriverebbe il momento di concentrarsi sulla testa del rettile, che il ministro identifica in Teheran.
Gli Stati Uniti hanno accusano il regime di Bashar al Assad di eseguire esecuzioni di massa dei prigionieri e di bruciare i loro corpi in un grande crematorio fuori Damasco per nascondere le prove. Secondo il Dipartimento di Stato, circa 50 detenuti al giorno sono impiccati nella prigione militare di Saydnaya, a 45 minuti dalla capitale siriana. “Il governo di Assad è sprofondato in un nuovo livello di depravazione con il sostegno di Russia e Iran”, ha detto l’inviato Usa in Medio Oriente, Stu Jones, presentando le foto declassificate dell’edificio della prigione militare che sarebbe stato modificato per creare il crematorio.
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