Sono almeno 40 i jihadisti morti nell’esplosione di un deposito di ied (Improvised Explosive Device – ordigni esplosivi improvvisati) appartenenti alla stessa organizzazione dello Stato Islamico nella provincia di Dayr az-Zor, nel territorio settentrionale della Siria. La notizia è stata resa nota da un tweet degli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, un gruppo vicino all’opposizione con sede a Londra. Attualmente non è ancora conosciuta la causa dell’esplosione, molto probabilmente però è stato un missile a provocare l’incidente.
Intanto il regime di Damasco continua a perdere terreno e il 25 aprile una coalizione delle forze islamiste formata da Jabhat Al Nusra, Ahrar al-Sham e Jund al-Aqsa, ha preso il controllo della città nord orientale di Jisr al-Shughur. In questo modo dopo Raqqa, il cui capoluogo è stato proclamato da mesi la capitale del Califfato, anche l’intera provincia di Idlib cade nelle mani dell’Isis. Nell’assalto al territorio di Jisr al-Shughur, iniziato il 23 aprile scorso, sarebbero morti oltre 60 militari delle forze di Damasco, evidenziando così l’indebolimento dell’esercito di Assad nella lotta contro l’estremismo islamico.
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