Possibili “ingerenze” nelle elezioni del nuovo presidente dell'Interpol, in programma questa settimana, sono state denunciate dal Cremlino dopo che alcuni senatori americani hanno protestato per il fatto che tra i favoriti ci sia un generale russo. “E' una forma di interferenza nel processo elettorale e nelle elezioni di un'organizzazione internazionale”, ha affermato Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin.
Quattro senatori Usa, due repubblicani e due democratici, hanno scritto una lettera aperta all'amministrazione Usa e all'assemblea generale dell'Interpol, chiedendo di opporsi alla elezione del candidato russo, l'attuale vice presidente dell'organizzazione internazionale della polizia criminale (con sede a Lione) il generale Aleksander Prokopchuk, perché sarebbe come “mettere una volpe nel pollaio“.
Riunita a Dubai, l'Interpol deve eleggere il suo nuovo numero uno, dopo l'arresto in Cina per corruzione dell'allora presidente Meng Hongwei, già viceministro della Sicurezza di Pechino, costretto a dimettersi a ottobre proprio in seguito alla detenzione. Contro la possibile elezione di Prokopchuk si son già espresse Ucraina e Lituania. Quest'ultima ha minacciato di uscire dall'organizzazione in caso venisse scelto il candidato russo. I timori dei detrattori di Mosca sono che l'Interpol possa venire usata per perseguire gli oppositori politici, un'ipotesi paventata anche da uno dei più attivi critici del Cremlino in Russia, l'avvocato Aleksei Navalny. Attraverso l'Interpol, la polizia di uno Stato invia i cosiddetti “avvisi rossi” alle polizie delle altre nazioni membro per chiedere l'arresto di un ricercato. Secondo il Financial Times, l'elezione del nuovo presidente dell'Interpol è prevista per domani. Oltre a Prokopchuk, l'altro candidato è il sudcoreano Kim Jong Yang, a oggi presidente ad interim dell'organizzazione internazionale di polizia.
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