Ad Aleppo da stamattina è in vigore la “pausa umanitaria” annunciata dalla Russia e dal regime di Bashar al Assad. Da due giorni i caccia russi e siriani avevano interrotto i bombardamenti sui quartieri assediati da Damasco.
Obiettivo dichiarato è quello di permettere ai civili di lasciare la città attraverso speciali corridoi. Sarà inoltre possibile prestare soccorso a malati e feriti, ma le Nazioni Unite hanno fatto sapere che la tregua è troppo breve per poter far partire i convogli umanitari e avviare la distribuzione di aiuti alla popolazione assediata.
Mosca ha spiegato che la tregua verrà estesa di tre ore – da 8 a 11 (ovvero fino alle 19 ora locale) – e che potrebbe essere ulteriormente prolungata. Si sono però registrati scontri tra le forze del regime siriano e i ribelli, tra la zona occidentale in mano a Damasco e quella orientale controllata dai ribelli. In particolare, ci sono stati scontri a fuoco vicino a uno dei corridoi individuati dai russi per far uscire dalla città civili, feriti e ribelli.
Si tratta della prima violazione della pausa. “I soldati del regime hanno iniziato a usare i loro cecchini, che hanno sparato contro le zone di Bustan al-Qasr e Salaheddin, e noi abbiamo risposto al fuoco”, ha detto Yasser al Youssef del gruppo di ribelli Noureddine al Zinki citato dalla Dpa.
L’agenzia di stampa siriana Sana ha invece riferito che a sparare sono stati per primi i cecchini dei ribelli, che hanno attaccato la zona dei corridoi. Il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahman, ha confermato lo scontro a fuoco.
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