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Salamè: “Possibili infiltrati jihadisti a Tripoli”

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Uomini “noti per i loro legami con gruppi terroristici, in particolare Isis e al Qaeda” potrebbero fare il loro ingresso a Tripoli, sfruttando il caos generato dagli scontri fra milizie rivali. 

Infiltrati

A lanciare l'allarme è stato l'inviato speciale dell'Onu in Libia, Ghassan Salamè, nel corso di un'intervista al giornale arabo Al Hayat in cui invita a prestare “attenzione per la loro presenza” e punta il dito contro l'eccessiva presenza di armi. “Si stima che i libici abbiano 15 milioni di armi ed è facile quindi che si torni ai combattimenti”, ha aggiunto.

Combattenti

Salamè ha anche detto che nel Paese nordafricano ci sono “200 mila combattenti nelle varie fazioni che da cinque anni ottengono copertura e stipendi dallo Stato ma prendono ordini dai capi delle milizie”. Per questo il diplomatico delle Nazioni Unite ha chiesto di istituire “organi di polizia e intelligence“.  

Conferenza

Sulla Libia, il 12 e il 13 novembre, si svolgerà un'importante conferenza a Palermo. Il ministro italiano degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha chiarito che il meeting è stato organizzato “in accordo anche con la Francia” e sarà più ampia “rispetto a quella di maggio a Parigi”.  Nella scia “delle varie conferenze – ha sottolineato a margine dell'incontro con l'omologo russo, Serghei Lavrov, a Mosca – che hanno caratterizzato l'interesse dei Paesi vicini alla ristabilizzazione piena della Libia, abbiamo pensato che potesse essere un momento opportuno fare un'ulteriore conferenza, in un formato più ampio di quello che c'era stato a Parigi a maggio, proprio per cercare di mettere intorno a un tavolo il maggior numero possibile di attori della scena libica, dei Paesi vicini, dell'area mediterranea, dei membri permanenti delle Nazioni Unite e del mondo arabo, che hanno tutti un interesse a una piena stabilizzazione della Libia”. La conferenza è stata definita come “molto utile” da Lavrov, che ha assicurato la presenza di Mosca, anche se – ha sottolineato – “è ancora presto per stabilire a quale livello sarà la nostra partecipazione”. 

Alberto Tuno: