Il ricollocamento di 120 mila migranti fra i 28 paesi della Ue ottiene il via libera dal Consiglio dei ministri interni dell’Unione, ma senza unanimità. Nel dettaglio, i migranti saranno trasferiti da Italia, Grecia e Ungheria in altri paesi europei nel giro di due anni. Ai Paesi di prima accoglienza, di contro, verrà chiesto un potenziamento dei servizi di identificazione e controllo. A dire no alle nuove direttive europee i paesi dell’Est: Romania, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia, mentre la Finlandia si è astenuta.
A sorpresa, l’Ungheria ha assicurato piena collaborazione sul fronte migrazione assicurando che il Paese magiaro rispetterà l’accordo di Bruxelles sul ricollocamento pur avendo votato contro. “Questa è una decisione che rispetteremo e alla quale ci atterremo”, ha detto il portavoce del governo di Budapest, Zoltan Kovacs, secondo quanto riferisce la Bbc sul suo sito. Di parere contrario la Slovacchia. “La Slovacchia non rispetterà la decisione di introdurre le quote obbligatorie per la redistribuzione dei migranti ed è pronta ad intraprendere una causa contro Bruxelles” ha annunciato nella giornata di ieri il premier slovacco Robert Fico.
“Ogni paese deve accettare il numero di migranti che gli è stato attribuito” e “nessuno ha il diritto di rifiutare”, ha precisato il ministro degli esteri lussemburghese, Jean Asselborn, a nome della presidenza di turno dell’Ue, specificando che il voto contrario non implica la non partecipazione alla ridistribuzione perché quella presa “è una decisione legale dell’Ue”. “Preferisco entrare nella procedura di infrazione piuttosto che rispettare questo diktat della maggioranza che non è capace di arrivare al consenso nell’ambito dell’unione”, ha risposto Fico caustico. Intanto per l’Italia il ministro dell’Interno Alfano canta vittoria: “Abbiamo ottenuto quello che volevamo, 40 mila migranti andranno via dall’Italia nei prossimi mesi”.
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