Il vertice V4, cui aderiscono Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Ungheria, ha ribadito il suo “no” alla ripartizione dei migranti secondo il piano proposto dalla Commissione Europea. All’incontro ha partecipato anche il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, insieme al suo collega del Lussemburgo, Jean Asselborn, Paese titolare del semestre di presidenza Ue. L`Ungheria – rappresentata all’incontro dei quattro ministri degli Esteri dal suo capo della diplomazia Peter Szijjarto – ha persino rafforzato la propria linea già dura, annunciando per la prossima settimana la conclusione dei lavori di realizzazione del muro anti migranti al confine con la Serbia e l`arresto per coloro che lo oltrepasseranno illegalmente.
A nulla è valsa la richiesta di solidarietà avanzata al V4, il cosiddetto blocco dell`Est, dal ministro tedesco Frank-Walter Steinmeier, il quale oggi a Praga ha sottolineato che il suo Paese è meta finale della maggior parte dei migranti e che quest`anno ne sono attesi in Germania circa 800 mila. “Solo nel corso del prossimo fine settimana entreranno nel nostro territorio 40 mila profughi e dobbiamo essere d`accordo sul fatto che la Germania non può da sola farsi carico di questa situazione” ha dichiarato Steinmeier, definendo l`emergenza attuale come “la più sfida più grande che la Ue si sia mai trovata ad affrontare”. Parole che non sembrano aver impressionato gli interlocutori del Gruppo di Visegrad.
L`ungherese Szijjarto ha replicato che “non ha senso parlare di qualsiasi altra soluzione se non sarà preliminarmente risolta la questione della difesa dei confini esterni dell’Unione europea e la tutela dello spazio Schengen” ha detto, per poi annunciare per la prossima settimana la conclusione dei lavori di costruzione del muro con la Serbia e l`entrata in vigore di una norma che sanzionerà come reato con la pena del carcere, l`ingresso nel Paese da irregolari. “Quest`anno in Ungheria sono entrati 180 mila migranti e se non prendessimo questi provvedimenti entro la fine dell`anno rischiamo di vederne arrivare mezzo milione, forse più.” Il ministro ceco Lubomir Zaoralek, in qualità di padrone di casa, ha detto: “Noi ci rendiamo ben conto che solo congiuntamente possiamo trovare una soluzione a questa emergenza. Siamo pronti però a sostenere solo una via d`uscita che tenga conto di tutti gli aspetti del problema”. Confermando così il “no” anche di Praga alla proposta del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker di distribuire negli altri Paesi membri 120 mila migranti che si trovano oggi fra Italia, Grecia e Ungheria. “La nostra posizione non è da intendere come una mancanza di solidarietà, ma piuttosto come il tentativo di avere una condotta solidale” gli ha fatto eco il suo collega slovacco Miroslav Lajcak.
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