Il sette luglio avrà inizio il processo di Bosco Ntaganda, noto anche come “Terminator”. L’ex signore della guerra congo-ruandese è accusato di aver avuto un ruolo di primo piano nelle operazioni di pulizia etnica commesse nell’Ituri tra il 2002 e il 2003. Il tribunale lo attende dunque tra poche settimane, ma non sarà Bunia la città prescelta per ospitare l’udienza di Ntaganda. La decisione dai giudici del Cpi (Corte Penale Internazionale) è stata presa pensando ai rischi per la sicurezza dei testimoni e ai costi processuali.
Su “Terminator” pendono ben 18 capi d’imputazione per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi dalle Forze patriottiche per la liberazione del Congo di cui era comandante ai danni della popolazione di agricoltori Lendu. Ntaganda è accusato inoltre di aver violentato e costretto alla schiavitù sessuale alcune ragazze sotto i 15 anni. Dopo la fine del conflitto dell’Ituri, l’ex signore delle guerre africane è stato anche uno dei leader della milizia ribelle M23 prima di consegnarsi nel 2013 all’ambasciata statunitense a Kigali, in Ruanda, a condizione di essere processato all’Aja.
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