Le forze dell’antiterrorismo turco hanno arrestato almeno altri 5 presunti membri del Califfato, sospettati di preparare “attacchi sensazionali” ai seggi durante il referendum sul presidenzialismo di dopodomani. Tre retate sono state compiute simultaneamente stanotte a Istanbul a seguito di una soffiata, secondo quanto riferisce Anadolu. In manette è finito anche un cittadino del Tagikistan, che avrebbe esperienze in “zone di conflitto”. Secondo l’intelligence turca, l’ordine di colpire i votanti, definiti “miscredenti”, è giunto agli affiliati al sedicente Stato islamico attraverso le sue pubblicazioni in arabo e in turco. Nei giorni scorsi altri 9 membri dell’Isis sospettati di preparare attacchi ai seggi erano stati arrestati nella provincia meridionale di Mersin.
Ankara, intanto, si prepara a prolungare lo stato d’emergenza, in vigore dal fallito golpe del 15 luglio scorso, alla scadenza del suo rinnovo trimestrale, prevista la prossima settimana. Lo ha dichiarato il presidente Recep Tayyip Erdogan, durate un’intervista alla tv privata Tgrt. La decisione verrà probabilmente resa nota dopo il referendum costituzionale di domenica 16 aprile sul presidenzialismo. In caso di ulteriore rinnovo, lo stato d’emergenza in Turchia raggiungerebbe la durata di un anno.
L’aviazione turca ha, intanto, compiuto nuovi raid contro obiettivi del Pkk in nord Iraq. Lo fanno sapere le forze armate di Ankara, che sostengono di aver colpito 7 obiettivi tra rifugi e depositi di armi dei ribelli nella regione di Zap. I nuovi bombardamenti turchi arrivano a poche ore dal voto di domenica per il cruciale referendum sul presidenzialismo in Turchia.
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