Il governatore della California, Gavin Newsman, sarebbe pronto a firmare una moratoria sulla pena capitale che impedirà, durante il suo mandato, l'esecuzione delle 737 persone attualmente detenute nei “bracci della morte” delle carceri del “Golden State“.
L'ordine, secondo quanto riferito da fonti vicine all'amministrazione democratica, disporrà inoltre la chiusura della camera delle esecuzioni della prigione di San Quentin e revocherà il controverso protocollo dell'iniezione letale. Con questa decisione la California si allinea a Colorado, Oregon e e Pennsylvania – Stati nei quali vige una simile moratoria – e dà nuovo impulso al vasto movimento nazionale che chiede l'abolizione a livello federali della pena di morte.
Si tratta di un gesto dall'alto valore simbolico. La California, infatti, non è solo lo Stato Usa più famoso all'estero, ma è anche il più popoloso dell'intera Unione, oltre ad avere il più alto numero di detenuti nei bracci della morte del Paese, venticinque dei quali hanno esaurito i ricorsi possibili. “E' molto significativo – ha spiegato al Guardian Robert Dunham, direttore esecutivo del Centro informazioni sulla pena di morte – il fatto che due dei cinque più nutriti bracci della morte degli Stati Uniti siano coperti da moratoria e che, attualmente, un terzo dei detenuti condannati alla pena capitale si trovi in Stati dove le esecuzioni sono state sospese. Questo ci dice molto sullo stato della pena di morte in America”.
Nei fatti, in California, nessuno viene più giustiziato dal 2006. La battaglia legale sul mix di sostanze chimiche che vengono inoculate al condannato per provocarne il decesso ha portato, infatti, i tribunali federali a sospendere le esecuzioni sino a quando il Dipartimento di correzione e riabilitazione del “Golden State” (Cdcr) non proverà che l'iniezione letale venga somministrata senza il rischio di esporre i detenuti a un dolore eccessivo. Lo scorso gennaio il Cdcr ha adottato un nuovo protocollo. L'ordine di Newsman, dunque, serve a evitare che un'eventuale via libera della magistratura possa far riprendere a pieno ritmo le esecuzioni.
Il governatore californiano è sempre stato critico nei confronti della pena capitale, che considera un fallimento. Anche perché, sostiene, esiste un numero di significativo di innocenti giustiziati per errori giudiziari. A ciò si aggiungono i costi del sistema che non migliora la vita dei cittadini in termini di sicurezza.
La moratoria, tuttavia, è legata al mandato del governatore e questo, sottolinea Dunham, potrebbe renderla effimera. Affinché l'impatto sia duraturo è necessario affiancarla con misure semipermanenti. “Altrimenti – conclude – in uno Stato come la California, dove nessuno viene giustiziato da più di un decennio si tratterebbe di una misura più che altro simbolica“.
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