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Paesi Bassi, si cambia: basta col nome Olanda

Visto che la storia non c'è riuscita a risolvere la contesa, i Paesi Bassi provano a darci un taglio da sé rivendicando, per vie ufficiali, il proprio nome corretto. In sostanza, basta riferirsi alle terre dei polder e dei tulipani con l'appellativo di “Olanda” visto che, come in realtà la prassi geografica imporrebbe, tale nome si riferisce solo a una delle quattro nazioni costitutive del Regno. Una rivoluzione in toto, che in parte era stata già avviata, e che riguarderà praticamente tutti gli ambiti, dall'inno nazionale alla rappresentativa calcistica degli Oranje che, d'ora in poi, dovrà essere chiamata neerlandese. Via il nome Olanda (Holland in neerlandese) anche da tutti gli altri ambiti, dal marketing ai marchi del Paese che riportano il nome della sola contea di Amsterdam: “Vogliamo costruire un’immagine più semplice del Paese – ha detto il ministro del commercio estero Sigrid Kaag -, che sarà positiva per il nostro export e che servirà ad attirare investimenti e talenti nell’high-tech, lo sport e la cultura”.

Il nuovo vecchio nome

Una decisione, quella del governo de L'Aja, incentrata più che altro sul decentramento dell'attenzione internazionale che, indirettamente, la sineddoche Olanda-Paesi Bassi riservava alla regione di Amsterdam e a tutti i suoi corollari (compreso il red light district), un po' come avviene con l'equivalente Inghilterra-Regno Unito. Da gennaio, quindi, verrà azzerata tutta la letteratura che vuole Olanda come sinonimo di Paesi Bassi, con il cambio ufficiale del nome che verrà presentato durante l'Eurovision di Rotterdam che si svolgerà a maggio 2020. Anche durante le Olimpiadi di Tokyo 2020 il nome Holland sparirà da tutti i riferimenti alla rappresentativa neerlandese ai Giochi. Via anche la denominazione holland.com dall'indirizzo web dedicato al turismo nel Paese.

Missione complessa

Andrà verificato se portare il nome Netherland come riferimento complessivo aiuterà l'identificazione con realtà quali la nazionale di calcio (difficile pensare alla Grande Olanda di Cruijff come ai Grandi Paesi Bassi) o con altri esempi tipici della cultura neerlandese, come i tulipani olandesi o gli stessi polder. L'obiettivo de L'Aja, in realtà, è proprio di sconfiggere gli stereotipi e consegnare al mondo un'immagine omogenea del Paese, puntando sull'identificazione comune di un territorio che, tralasciando il brevissimo Regno d'Olanda creato da Napoleone, era conosciuto in passato con il nome di Province unite. La mission è restituire quell'immagine lì, perlomeno in via ufficiale. Per il resto si vedrà col tempo.

 

DM

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