Pressioni da parte del segretario di Stato americano, John Kerry, sul responsabile della diplomazia iraniana, Javad Zarif perché si concludano le trattative e si giunga a delimitare un accordo sul nucleare. Lo ha reso noto una fonte dell’amministrazione Usa. Due ore per il secondo incontro non programmato dopo quello avvenuto in via ufficiale a Ginevra, che non lascia trapelare molto in termini pratici se non la espressa volontà di arrivare a stabilire i tratti salienti dell’accordo.
Gli Usa premono perché si rispettino i termini fissati nei precedenti incontri, iniziativa spinosa per Kerry che oltre alle delicate trattative diplomatiche aveva dovuto affrontare nel periodo recente, l’ostacolo interposto dal Congresso statunitense, dominato dai Repubblicani che spingevano per inasprire l’Iran con nuove sanzioni. I negoziati iniziati in via provvisoria nel novembre 2013 e slittati poi a novembre del 2014, hanno già subito troppe proroghe. E’ tempo do concludere. Auspicio condiviso anche dalle grandi di potenze del gruppo 5+1 (Usa, Cina, Francia, Regno unito, Russia e Germania) che sperano in un accordo politico con l’Iran entro il 31 marzo per arrivare a un’intesa finale entro giugno.
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