No dei senatori repubblicani alla richiesta di posticipare l'audizione di Christine Blasey Ford, la donna che ha accusato il giudice Brett Kavanaugh, nominato da Trump per la Corte suprema, di averla molestata quando frequentavano entrambi il liceo.
Il presidente della commissione Giustizia del Senato, il repubblicano Chuck Grassley, ha fissato alle 10 di venerdì il termine ultimo entro il quale Ford dovrà confermare o meno la sua disponibilità ad essere ascoltata in audizione lunedì prossimo.
Ford, professoressa dell'Università di Palo Alto, in California, ha raccontato che durante una festa, mentre erano entrambi liceali, Kavanaugh l'avrebbe trascinata in una stanza e tentato di toglierle i vestiti, mettendole anche una mano sulla bocca per evitare che strillasse. Lo stupro sarebbe stato scongiurato una terza persona entrata nella camera.
In una nota, gli avvocati della Ford – che hanno chiesto un'indagine dell'Fbi sulla vicenda – hanno accusato i repubblicani di non voler cercare la verità, definendo l'urgenza di ascoltarla in audizione “non necessaria“. Se la donna, che è stata anche minacciata di morte dopo aver denunciato Kavanaugh, non si presenterà in audizione, i senatori del Grand Old Party (Gop) hanno fatto sapere che voteranno la conferma del giudice per la Corte Suprema. Kavanaugh ha categoricamente respinto le accuse. In un post su Facebook, una ex compagna di liceo della Ford ha detto di non essere a conoscenza diretta dell'accaduto ma che del presunto stupro a scuola si parlò per giorni.
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