Sono stati ritrovati circa un centinaio di corpi in una fossa comune alla periferia di Damasak, nel nordest della Nigeria. È questo l’orrore lasciato dai guerriglieri di Boko Haram. Fino a qualche giorno fa il territorio era occupato dal gruppo islamista radicale, il 9 marzo però, l’operazione Maï Dounama, dal nome di un imperatore dello stato del Borno del tredicesimo secolo, condotta dagli eserciti del Ciad e della Nigeria, lo ha riconquistato. L’obbiettivo della missione è contrastare i guerriglieri di Haram. In pochi mesi si sono ridotti a 3 i distretti nigeriani nelle mani dagli estremisti, all’inizio dell’anno erano 20.
I corpi, molti dei quali martoriati, mostrano segni di colpi di arma da fuoco, altri invece sono stati evidentemente decapitati. Secondo le prime testimonianze si tratterebbe di parte degli abitanti della città di Damasak, civili che non sono riusciti a fuggire prima dell’occupazione. La città era sotto il controllo dei jihadisti di Boko Haram dal 24 novembre e, secondo il colonnello Azem Bermandoa Agouna, la strage potrebbe risalire a circa due mesi fa.
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