Sotrebbe essere più vicina la soluzione del caso Alan Kurdi, la nave della ong tedesca Sea Eye con 62 migranti a bordo.
“Stiamo discutendo con tutti gli stati membri disponibili a fare sforzi di solidarietà” per accogliere i migranti bloccati nave, e “speriamo che una rapida soluzione sia presto possibile” dato che “abbiamo Paesi” pronti a farlo, ha detto una portavoce della Commissione Ue. Sconosciuto al momento il nome degli Stati che avrebbero dato disponibilità. “Stiamo facendo il massimo per assicurarci di avere una soluzione” ha aggiunto.
“Grave preoccupazione” per la situazione dei 62 migranti e rifugiati soccorsi lo scorso 3 aprile ai quali “non è stato ancora garantito un porto di approdo sicuro” viene espressa dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), dall'Alto Commissariato della Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e dall'Unicef. “Dalla nave, che si trova attualmente al largo di Malta, – ricordano – sono state fatte scendere negli ultimi tre giorni due donne. Una di loro, che è in stato di gravidanza e il cui marito sarebbe rimasto sulla nave, oggi ha avuto una crisi epilettica. La situazione è resa difficile – aggiungono – dalla lunga permanenza delle persone a bordo e dalle condizioni metereologiche. Inoltre tutti i migranti e rifugiati che sono partiti dalla Libia hanno già sofferto gravi violazioni dei diritti umani”. Le agenzie ribadiscono “l'assoluta priorità di salvare vite umane in mare e assicurare un luogo di sbarco sicuro e tempestivo” e sottolineano che “la situazione in Libia rende assolutamente necessario stabilire meccanismi di sbarco in Paesi sicuri che siano prevedibili ed in linea con tutte le convenzioni internazionali, che non consentono di ritenere la Libia un porto sicuro”.
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