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Mo, l’Olp: “Gli Usa congeleranno lo spostamento dell’ambasciata a Gerusalemme”

La leadership palestinese avrebbe avuto “messaggi di rassicurazione” dagli Stati Uniti sul fatto che il presidente Donald Trump intenda congelare per il momento il trasferimento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme. Lo ha detto il rappresentante dell’Olp Ahmad Majdalani dell’Olp. In una dichiarazione al quotidiano arabo di base a Londra “Al Sharq Al Awsat“, ripreso dai media palestinesi, ha sostenuto che “indicazioni preliminari indicano che Trump ha fatto dietrofront”.

Majdalani ha aggiunto con il quotidiano che numerosi fattori vanno in questa direzione: tra questi il fatto che gli Usa sono uno dei 5 membri permanenti nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu e violare le disposizioni significherebbe incoraggiare altri, come Cina e Russia, a fare lo stesso. Infine, secondo Majdalani, Trump ha ricevuto lettere da Arabia Saudita, Giordania, leader arabi, presidente Abu Mazen, oltre Russia e Ue, di rigetto della mossa. Una fonte non specificata di Ramallah – riportata dai media palestinesi – ha confermato “il grande sollievo” dell’Autorità nazionale palestinese.

Trump intende impostare la politica estera sul Medio Oriente nel segno della discontinuità con Barack Obama per riallacciare i rapporti con lo storico alleato israeliano. Quello dello spostamento dell’ambasciata Usa a Gerusalemme sarebbe un gesto forte perché implicherebbe il riconoscimento della “Città Santa” come capitale dello Stato ebraico.

Intanto l’Onu ha condannato l’annuncio israeliano sulla costruzione di 2.500 nuovi alloggi in Cisgirdania. Secondo il portavoce del segretario generale Antonio Guterres si tratta, infatti, di azioni unilaterali che rappresentano un ostacolo verso la soluzione dei due Stati. “Per il segretario generale – ha detto Stephane Dujarric – non c’è un piano B rispetto alla soluzione dei due stati. Da questo punto di vista ogni decisione unilaterale che può essere vista come un ostacolo all’obiettivo dei due stati è motivo di grave preoccupazione per il segretario generale. C’è bisogno che le due parti si impegnino in un negoziato condotto in buona fede per raggiungere l’obiettivo dei due Stati, Israele e Palestina, due stati per due popoli”.

Edith Driscoll

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