Si avvicina sempre più rapidamente il momento in cui la Gran Bretagna dovrà affrontare la Brexit, ossia l'uscita dall'Unione Europea, ma Londra sembrerebbe essere sempre di più in fondo a un vicolo cieco. Il cosidetto Chequers Plan per una Brexit soft, redatto dalla premier conservatrice Theresa May, non convince la Gran Bretagna e non è ben visto neanche da Bruxelles.
La May è stata accusata da Boris Johnson di “una performance quasi invertebrata” ed ha presentato la sua proposta alternativa, un accordo – come quello stilato dal Canada – di libero scambio che renderebbe la Gran Bretagna “ricca, forte e libera”.
Non solo, la premier britannica deve fare i conti anche con i cosiddetti “remainers” che chiedono un secondo referendum per annullare l'esito della consultazione del 23 giugno 2016. L'idea è stata rilanciata la scorsa settimana dal sindaco di Londra, uno degli esponenti del partito Labour, Sadiq Khan che ha proposto di organizzarlo prima del 29 marzo 2019. L'ipotesi di un secondo referendum per approvare l'esito finale dei negoziati con l'Ue è guardata con scetticismo anche da Bruxelles, che vede in questa possibilità un ulteriore elemento di incertezza in trattative già difficili.
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