È questa l’ultima trovata dell’Ungheria: il governo magiaro ha annunciato di stare pianificando l’estensione della propria campagna “anti-immigrazione” a nazioni come Grecia, Macedonia e Serbia, Paesi di transito utilizzati quest’anno da più di 120mila migranti che hanno raggiunto poi l’Ungheria.
Il ministro Janos Lazar ha specificato che l’esecutivo di Budapest vuole “convincere i migranti che non vale la pena di entrare in Ungheria”, Paese che – ricordiamo – sta costruendo una barriera al confine con la Serbia e che ha introdotto regole di immigrazione più stringenti dal primo agosto. La maggior parte degli illegali che entra nella nazione Ue prosegue quasi immediatamente verso altri Paesi dell’Unione, come Svezia e Germania.
Ma non sono mancate polemiche nella campagna interna al Paese: grandi poster con slogan come “se venite in Ungheria dovete rispettare la nostra cultura” – e un questionario, inviato a tutti gli elettori, in cui si mette in relazione terrorismo e migrazioni – sono stati criticati da gruppi per i diritti umani e definiti xenofobi.
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