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L'opposizione diserta le urne, scontri a Nairobi

Seggi aperti in Kenya per la ripetizione delle elezioni presidenziali. La tornata si è resa necessaria dopo che le consultazioni dell'8 agosto furono annullate dalla Corte suprema per “irregolarità e illegalità” ma non brogli tali da stravolgere un risultato che aveva visto l'attuale capo di Stato Uhuru Kenyatta imporsi col 54% dei voti, a fronte di un 45% attribuito a Raila Odinga. Questi, leader della coalizione “National Super Alliance” (Nasa), aveva ottenuto l'annullamento con un ricorso, ma poi due settimane fa ha rinunciato a ricandidarsi accusando la Commissione elettorale di essere di parte e non in grado di garantire elezioni credibili. Con l'invito al boicottaggio del voto da parte dell'opposizione la vittoria di Kenyatta appare, quindi, scontata. L'attenzione è pertanto focalizzata solo sull'affluenza che deve render valida l'elezione (la partecipazione ad agosto fu del 79,5% e votarono 19,6 milioni di persone).

Il timore di nuovi scontri è subito diventato realtà. La polizia keniana ha lanciato lacrimogeni per disperdere una folla di manifestanti a Kibera, alla periferia di Nairobi. Alcuni seggi nelle zone controllate dall'opposizione hanno risposto all'appello di Odinga e sono rimasti chiusi. Procedono, invece, le operazioni di voto nelle aree che sostengono il presidente Kenyatta. Nella città d'origine del capo di Stato, Gatundu, le forti piogge hanno causato un black-out che ha costretto gli scrutatori a utilizzare delle torce per preparare i documenti elettorali prima che sorgesse il sole.

Un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha espresso allarme per le tensioni e ha esortato tutte le parti a dar prova di moderazione. “Siamo allarmati dalle recenti segnalazioni di minacce, intimidazioni, dichiarazioni infiammatorie, e violenze che alimentano un clima politico ostile”, in vista delle elezioni, hanno affermato gli esperti indipendenti Michel Forst (relatore speciale sulla situazione dei difensori dei diritti umani), Agnes Callamard (relatrice speciale sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie) e Annalisa Ciampi (relatrice speciale sui diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione). “Questa situazione pone a rischio i diritti e le libertà delle persone e deve essere affrontata con urgenza“, aggiungono. I tre esperti sottolineano che “le elezioni sono la pietra angolare della democrazia, ma questo può essere vero solo se i diritti umani di tutti i keniani sono rispettati durante tale processo”.

Edith Driscoll

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