Lo aveva detto e lo ha fatto. Lo scorso 5 novembre, infatti, il presidente iraniano Hassan Rohani aveva annunciato che la Repubblica islamica avrebbe iniziato a introdurre gas uranio nelle 1.044 centrifughe di tipo IR-1, di prima generazione, dell'impianto di Fordo, il cui impiego era stato congelato dopo l'intesa con i 5+1.
Così, da questa mattina, l'Iran ha ripreso l'arrichimento dell'uranio nel suo sito di Fordo, vicino a Qom, a sud di Teheran. L'agenzia Irna ha riferito che nelle prime ore di oggi, alla presenza degli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), i tecnici hanno cominciato ad iniettare gas esafluoride di uranio nelle 1.044 centrifughe dell'impianto, che fino ad ora erano rimaste ferme in base all'accordo sul nucleare del 2015. Il gas è stato iniettato nella catena di centrifughe da un cilindro contenente 2.000 chilogrammi di esafluoride di uranio trasportato nei giorni scorsi a Fordo dall'altro impianto per l'arricchimento, situato a Natanz.
L'inizio delle attività di arricchimento a Fordo rappresenta il “quarto passo” annunciato dall'Iran nella riduzione dei suoi impegni previsti dall'accordo del 2015, in risposta all'uscita dall'intesa degli Usa, nel 2018, e dal mancato varo da parte dei contraenti europei (Francia, Germania e Gran Bretagna, di contromisure per ridurre i disastrosi effetti delle sanzioni americane sull'economia dell'Iran.
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