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L'Fbi arresta un ex 007 della Cia

Una vera e propria vicenda dai contorni della spy story quella andata in scena negli Stati Uniti e che, quasi in rispetto dei canonici standard previsti da tale genere, ha visto coinvolti i due maggiori enti di sicurezza del Paese, l'Fbi e la Cia. I federali, infatti, hanno messo le mani su un ex agente dell'Intelligence degli States, sospettato di aver venduto alla Cina una lista contenente i nomi di tutti gli informatori dell'Agency presenti sul territorio dello Stato asiatico. A rivelarlo è il quotidiano 'New York Times' il quale ha parlato, inoltre, della sorte che sarebbe toccata a tali persone, uccise o arrestate dal 2010 a oggi il che, di fatto, ha segnato il fallimento totale dell'operazione d'intelligence sul suolo cinese, uno dei colpi peggiori della Cia. L'accusato, residente a Hong Kong, è Jerry Chung Shing Lee, a servizio nell'Agency per oltre 10 anni (dal 1994 al 2007).

La talpa

Il nome di Shing Lee era finito al centro di un'indagine avviata dal bureau nel 2012, in corrispondenza con la progressiva scomparsa degli informatori della Cia in Cina. In un primo momento, ha rivelato ancora il 'Nyt', gli investigatori avevano sospettato un hackeraggio del server dell'Intelligence, con conseguente entrata in possesso di file decrittati contenenti comunicazioni e registrazioni. In seguito, però, i riflettori dell'inchiesta sono stati puntati all'interno della stessa Cia, peraltro restia ad ammettere di avere una nuova talpa nel suo staff. L'interesse nei confronti dell'agente è stato alimentato da due piccoli libri nei quali erano appuntati, a mano, numerosi dati classificati riferiti agli informatori dell'Agency sul territorio cinese, tra i quali incontri con agenti sotto copertura e, in alcuni casi, persino i veri nomi e i numeri di telefono.

L'arresto

Shing Lee è stato bloccato, secondo quanto riferito, la scorsa settimana presso l'aeroporto “JFK” di New York, dove era appena atterrato con un volo proveniente da Hong Kong, dove risiede dal 2007. L'uomo è stato incriminato da una corte della Virginia settentrionale. Proprio durante una perquisizione del bagaglio sarebbero state trovate le due agendine contenenti i dati sensibili che l'ex agente avrebbe trasmesso ai “colleghi” di Pechino. Negli ultimi sette anni, stando ai dati forniti dalle testate americane, sarebbero stati oltre una dozzina gli informatori della Cia scomparsi o imprigionati in Cina.

redazione

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