Nuovo muro in Medio Oriente. A nord-est di Gerusalemme, in Cisgiordania, è stata aperta al traffico automobilistico una arteria di quattro chilometri dove i veicoli palestinesi sono separati da quelli israeliani da un muro alto otto metri.
In Cisgiordania, rileva Haaretz, esistono già altre strade riservate esclusivamente al traffico palestinese, o a quello israeliano. Ma in questo caso, precisa, la suddivisione avviene mediante una parete che corre lungo il suo intero percorso. La arteria 4370 passa nelle vicinanze della città-colonia di Maale Adumim, situata fra Gerusalemme e Gerico. Essa faciliterà l'ingresso a Gerusalemme per gli israeliani che abitano negli insediamenti situati a sud di Ramallah. I palestinesi che volessero utilizzarla, secondo la televisione commerciale Canale 10, saranno bloccati all'ingresso dalla polizia israeliana: saranno così indirizzati sul versante occidentale della stessa arteria che sfocia in un villaggio palestinese vicino a Gerusalemme est. Il costo dell'opera, concepita secondo Israele per motivi di sicurezza, è stato di 150 milioni di shekel, circa 40 milioni di euro.
Dura la reazione dell'Autorità nazionale palestinese. In un documento del Ministero degli esteri palestinesi, citato dalla agenzia di stampa ufficiale Wafa, si afferma che l'effetto di quella arteria sarà di “approfondire il regime di apartheid nella Palestina occupata”. Le autorità israeliane, aggiunge il ministero, “continuano a minare alla base qualsiasi occasione per raggiungere una soluzione politica del conflitto“. In particolare, secondo il ministero, quella arteria è stata concepita “per realizzare il progetto di espansione E-1” nell'area compresa fra Gerusalemme e la città-colonia di Maaleh Adumim. Un progetto che, secondo i palestinesi, rischia di costituire un cuneo che penetrerà fra la Cisgiordania settentrionale e quella meridionale.
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