Nel mondo c’è chi si approfitta dell’innocenza dei bambini per perseguire le sue folli idee. È quanto si vede nuovamente in un video di propaganda diffuso dall’Isis che mostra 15 prigionieri “giustiziati”. In questo atto di violenza, però, c’è qualcosa di ancora più agghiacciante: cinque curdi vengono uccisi da altrettanti ragazzini inneggianti il califfato. Secondo un portavoce del Partito democratico del Kurdistan (Pdk) iracheno le esecuzioni sono state messe in atto come rappresaglia per i successi militari delle milizie Ypg (Yekîneyên Parastina Gel, Unità di protezione popolare) nel nord della Siria a spese del cosiddetto Stato islamico. Nel filmato si osservano i giovanissimi, di età compresa tra i 10 e i 13 anni, vestiti in abiti militari, che fissano la videocamera con le pistole alzate.
Davanti a loro ci sono 5 uomini in ginocchio con la solita tuta arancione e con i capelli rasati che stanno per essere assassinati. A un certo punto si vede uno dei piccoli jihadisti urlare e schiaffeggiare sulla testa un prigioniero. “Nessuno può salvare i curdi, neanche con il supporto di America, Francia, Gran Bretagna, Germania e i diavoli dell’inferno”, urla un altro dei baby-killer. Poi, al grido di Allah Akbar (Dio è grande), sollevano contemporaneamente la calibro nove sparando alla nuca dei prigionieri. I bambini sarebbero di nazionalità diverse: un egiziano, un curdo, un tunisino e un uzbeco. Uno di loro, un ragazzino bianco con occhi azzurri, è indicato come Abu Abdullah “al Britani”, cioè il britannico.
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