Lo Stato Islamico punta alla raffineria dell’Iraq e invia i suoi combattenti a Baiji, dove ogni giorno vengono prodotti 300 mila barili di carburante, ovvero il 50 per cento del fabbisogno nazionale. Una realtà che costituisce la spina dorsale del sistema energetico nazionale.
L’impianto è situato a circa 200 chilometri da Baghdad, è stato attaccato su tre fronti diversi: a sud dove sono ospitati gli addetti ai lavori della raffineria, a ovest dove si producono derivati e infine all’ingresso a est dove tre kamikaze erano pronti a farsi saltare in aria. Di questi solo uno è riuscito nel suo intento, gli altri due sono stati fermati in tempo dai soldati iracheni. Il generale dell’esercito ha definito l’attacco uno dei più violenti da quando le forze di Baghdad erano riuscite a rompere l’assedio dei jihadisti.
Attualmente non si conosce ancora il numero dei morti, ma alcuni dei testimoni parlano di vittime da entrambi i fronti. Intanto mentre l’aviazione militare ha dispiegato le sue forze in cielo si vede in un video una carovana di veicoli del Califfato che sfila verso l’entrata della raffineria. Gli scontri non sono ancora conclusi e l’esercito di Baghdad si trova a difendere la grande struttura che per il 50% è in mano agli uomini dello Stato Islamico.
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