Bujumbura, capitale del Burundi, è stata oggi teatro di violenti scontri tra golpisti e militari lealisti. I combattimenti sono avvenuti attorno alla radiotelevisione nazionale, all’indomani del colpo di stato contro il presidente Pierre Nkurunziza. Quest’ultimo ha lanciato su Twitter un appello affinché nella città torni la calma.
Secondo alcuni testimoni nel conflitto tra forze dell’ordine insorti, vengono usate armi pesanti e intanto l’informazione è divisa tra l’annuncio dell’esercito secondo cui il golpe è fallito, e i ribelli che invece dichiarano di controllare buona parte della città. Nkurunziza in Tanzania per una conferenza della comunità dell’Africa Orientale, non appena è venuto a conoscenza dei disordini a Bujumbura, ha abbandonato il summit, ma il suo tentativo di tornare nella città è stato ostacolato dalla chiusura dell’aeroporto e delle frontiere del Burundi.
Jakaya Kikwete, presidente della Tanzania, ha condannato il colpo di stato chiedendo di “ripristinere al più presto l’ordine costituzionale nel Paese”. A scatenare la ribellione dei cittadini, è stata la volontà di Nkurunziza di modificare la costituzione per potersi presentare per un terzo mandato. Una riforma che non trova l’appoggio neanche all’interno del suo partito. Le prossime elezioni presidenziali sono previste per il 26 giugno e una grande fetta della popolazione e degli oppositori dell’attuale presidente, lo accusano di voler forzare la legge per mantenere il potere. Il Paese intanto è assediato da manifestazioni e rivolte da oltre tre settimane, si tratta degli scontri più gravi dalla fine della guerra civile 10 anni fa.
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