L'autoproclamato presidente a intermi del Venezuela, Juan Guaidò, chiede ai cittadini di continuare a scendere in piazza per porre fine all'”usurpazione” di Nicolas Maduro.
Su Twitter il leder dell'opposizione ha fatto appello alla popolazione affinché, nel fine settimana, continui a mobilitarsi in modo pacifico dopo l'inizio dell'”Operazione libertà“. Le proteste di piazza, ha spiegato, sono “l'unico modo per mantenere l'attenzione, la pressione… e dimostrare a coloro che ancora sostengono il dittatore che non ci sarà stabilità mentre continua l'usurpazione”.
“Oggi 3 maggio – ha scritto Guaidò – assemblee in tutto il Paese per diffondere queste linee e convocare le prossime mobilitazioni. Sabato 4: mobilitazione nazionale pacifica davanti alle principali unità militari perché aderiscano alla Costituzione. Domenica 5: preghiera per i martiri e la libertà”. “Convoco tutti i settori del Paese perché chiedano la fine dell'usurpazione, il rispetto della Costituzione da parte delle Forze armate, la partecipazione all'Operazione libertà – ha chiesto il presidente dell'assemblea nazionale in un altro tweet – organizzando e realizzando un giorno di blocco o di protesta settoriale la prossima settimana”.
Oggi ha parlato il leader dell'opposizione venezuelana Leopoldo Lòpez, ospite dell'ambasciata spagnola a Caracas. “E' un inferno, ma non ne ho paura; non ho paura di Maduro, non ho paura della dittatura” ha detto. Dopo aver chiarito di non essere tornato a casa sua perché lo avrebbero portato “di nuovo nel carcere militare di Ramo Verde“, López ha sostenuto che “l'insurrezione” guidata da lui e da Juan Guaidò, l'autoproclamato presidente ad interim, ha causato “una frattura del regime“.”Si è aperta una crepa – ha spiegato – ed è un colpo alla Forza armata”.
Si svolgerà, intanto, in Finlandia in occasione del Consiglio Artico l'incontro fra il ministro russo degli Esteri, Sergei Lavrov, e il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo. A precisare la data è stato oggi il viceministro degli Esteri russo, Sergei Riabkov. “Sì, lo confermiamo”, ha detto. Tra i temi che verranno affrontati, ha assicurato un rappresentante del Dipartimento di Stato americano, figura la situazione in Venezuela, oggetto di un colloquio telefonico tra i due mercoledì. Il ministro russo ha ammesso ieri che le posizioni di Mosca e Washington sulla crisi in Venezuela sono “incompatibili“. Malgrado questo “siamo disposti a parlare“, ha aggiunto.
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