Gli Stati Uniti sono dalla parte del governo democraticamente eletto dal popolo turco e appoggeranno il premier nelle indagini sul tentato golpe. A riferirlo è il Segretario di Stato americano, John Kerry, che ha invitato Ankara a mostrare, se esistono, indizi in grado di attribuire a Fetullah Gulen la responsabilità dell’iniziativa sovversiva. Ankara aveva chiesto già più volte nel passato a agli Stati Uniti di espellere Gulen – predicatore e politologo turco, studioso dell’Islam e leader del movimento Gülen, conosciuto più significativamente come Hizmet – una volta alleato del presidente Recep Tayyp Erdogan, ma oggi suo acerrimo nemico.
“Ho parlato stanotte con il ministro degli Esteri turco Mevlüt Cavusoglu e ho sottolineato il nostro sostegno assoluto per il governo civile e le istituzioni democratiche”, aveva scritto su Twitter il segretario di Kerry. Poco minuti prima, invece, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, aveva esortato tutte le parti in Turchia a sostenere il governo turco “democraticamente eletto” del presidente Recep Tayyip Erdogan.
Intanto, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, lancia un appello alla “calma e alla moderazione e al pieno rispetto per le istituzioni democratiche della Turchia e per la sua Costituzione”. In un comunicato Stoltenberg riferisce di aver parlato con il ministro degli Esteri turco e di seguire da vicino e “con preoccupazione” gli eventi in corso. La Turchia, ha affermato Stoltenberg, è un “prezioso alleato della Nato”.
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