Nonostante la possibile estensione dell'operazione “Ramoscello d'ulivo” annunciata da Recep Tayyip Erdogan, le truppe americane non si ritireranno da Manbij.
A riferirlo alla Cnn International è stato il generale Joseph Votel, comandante del Comando centrale delle forze armate degli Stati Uniti (Centcom). Votel ha affermato che il ritiro delle forze statunitensi da Manbij “non è qualcosa che stiamo valutando“. La città è un punto chiave nel nord della Siria situato a nord-est di Aleppo e circa 40 chilometri a sud di Jarabulus, che si trova sul confine turco-siriano.
L'esercito turco, intanto, fatto sapere oggi di aver distrutto diversi bersagli e ucciso 649 “terroristi” dall'inizio dell'offensiva sul cantone nordoccidentale siriano di Afrin, abitato in maggioranza da curdi e controllato da anni dalle Unità di protezione del popolo curdo (Ypg), legate al partito siriano dell'Unità democratica (Pyd), considerate da Ankara organizzazioni terroristiche. A riferirlo è un comunicato dello Stato maggiore, in cui i militari hanno sottolineato come soltanto nella notte scorsa abbiano distrutto 3 obiettivi e ucciso 33 miliziani curdi.
“Ramoscello d'ulivo” è stata lanciata lo scorso 20 gennaio con l'obiettivo di “ripulire” l'area dai “terroristi”. Erdogan ha, in seguito, annunciato l'estensione dell'operazione anche a Manbij e al confine con l'Iraq, mossa mossa che potrebbe potenzialmente portare le forze turche allo scontro con quelle dei loro alleati della Nato. Il 26 gennaio, Erdogan aveva infatti promesso che l'operazione sarebbe continuata “finché non ci sarà più nessun terrorista al confine iracheno“.
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