Proseguono i raid dell'aviazione siriana su Ghouta est, giunti al terzo giorno. Il bilancio dei bombardamenti e di almeno 200 morti, fra cui 60 bambini. Una situazione “fuori controllo” secondo le Nazioni Unite.
“Nessuna parola renderà giustizia ai bambini uccisi, le loro madri, i padri e i loro cari”, ha scritto in un comunicato Geert Cappelaere, direttore dell'Unicef per l'area mediorientale. Parole seguite da una pagina in bianco. E nel postscriptum, un'aggiunta: “Non abbiamo più parole per descrivere la sofferenza dei bambini e la nostra indignazione. Coloro che stanno infliggendo queste sofferenze hanno ancora parole per giustificare i loro atti barbarici?”.
I raid siriani di lunedì sono stati “tra i peggiori nella storia della crisi attuale“, ha riferito un medico locale, tale Abu Al Yusr. Poche ore prima, il coordinatore delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari in Siria, Panos Moumtzis, aveva chiesto la “cessazione immediata” delle operazioni ricordando che in questa regione circa 400 mila persone vivono in condizioni disperate. E invece martedì i bombardamenti sono andati avanti, con le famiglie terrorizzate che cercavano di ripararsi come potevano. Centinaia di feriti sono continuati ad arrivare per ore negli improvvisati ospedali della regione, dove i letti non bastavano e i feriti, ha raccontato un giornalista dell'Afp, venivano curati sul pavimento. “E' arrivato un bimbo di un anno di età, aveva il corpo blu, il cuore batteva a malapena. Quando gli ho aperto la bocca per mettergli un tubo per la respirazione abbiamo visto che era piena di sabbia. Era stato portato via da sotto le macerie”, ha raccontato il medico. “Gli ho tolto la sabbia dalla bocca, ma avevo raggiunto i polmoni. L'ho ripulito e ha cominciato a respirare di nuovo“, ha raccontato, quasi incredulo. Ma è solo un caso su centinaia. “Una donna incinta di sette mesi, con una grave emorragia cerebrale, è stato trasportata in un ospedale di Hamuria. Alla fine non ce l'ha fatta e non siamo riusciti a salvare il feto”.Il quotidiano siriano Al Watan, vicino al regime di Assad, ha detto che gli attacchi aerei su Ghouta “sono il preludio di un'operazione su larga scala che puo' iniziare in qualsiasi momento”.
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