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GERMANWINGS, QUELLO DI LUBITZ FU UN ATTO PREMEDITATO

Continuano le indagini sul volo Germanwings che si è schiantato lo scorso 24 marzo. Ieri è stata ritrovata la seconda scatola nera, scavando in un burrone, fatto importante per gli inquirenti che, nonostante le cattive condizioni del dispositivo, sperano di ricavare nuove informazioni dalla sua decodifica, utili a fare completa chiarezza su quanto accaduto. Il dispositivo è stato inviato nei laboratori Bea (Ufficio inchieste e analisi) di Roissy, vicino Parigi. il responsabile delle indagini ha aggiunto che questa seconda scatola nera consentirà di “constatare che a partire da un certo momento un solo pilota agisce nella cabina di pilotaggio”, ma anche la velocità, l’altitudine, il regime del motore e l’azione dei piloti durante gli ultimi minuti di volo.

Il copilota Lubitz, responsabile di aver fatto precipitare volontariamente il volo, cercò nei giorni prima della tragedia, informazioni online su metodi suicidi e sulle porte di sicurezza delle cabine di pilotaggio. La ricostruzione emerge da un tablet trovato nella sua casa. Inoltre, il procuratore di Marsiglia ha dichiarato che l’uomo ha “azionato due volte i comandi per evitare un’allerta, ed era quindi cosciente”. La prima scatola nera, recuperata il giorno dopo il disastro, era il cosiddetto “voice recorder”, contenente le registrazioni audio di quanto avvenuto nella cabina di pilotaggio, il cui ascolto ha consentito di arrivare a una ricostruzione di massima degli ultimi minuti del volo. La seconda scatola nera, con i parametri di volo, potrebbero confermare o meno l’ipotesi di azione volontaria da parte di Andreas Lubitz.

Continua intanto il mistero del video estrapolato da un cellulare di una vittima che sarebbe stato visionato dal Paris Match, esistenza confermata dalla testata tedesca Bild, ma smentita dalla procura di Marsiglia. Da quanto si riesce a capire dal filmato non ci sono dubbi sulla consapevolezza che i passeggeri fossero consapevoli di quanto stava accadendo. Scetticismo sull’autenticità del video è stato espresso anche da Lufthansa, che ritiene impossibile che il cellulare possa essere uscito intatto dallo schianto. Infatti sul luogo del disastro sono stati recuperati 40 telefoni cellulari, ma le loro condizioni ne renderanno l’utilizzo ai fini delle indagini “molto difficile”, ha detto il generale Galtier, uno dei responsabili delle ricerche.

Intanto sono stati isolati tutti i profili Dna dei 150 passeggeri, ha aggiunto il procuratore, ma ha precisato che per compararli con i prelievi sui familiari delle vittime ci vorranno tra le 3 e le 4 settimane, e il lavoro “potrà cominciare dall’inizio della settimana prossima”.

Claudia Gennari

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