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Gaza: la quiete dopo la tempesta

Dopo 24 ore di battaglia a Gaza ora regna la calma. Nessun razzo è stato lanciato dalla Striscia e, di conseguenza, da Israele non sono partiti raid di risposta. Il cessate il fuoco, secondo Hamas, è scattato alle 20.45 grazie alla mediazione dell'Egitto. Tel Aviv ha negato che esista un accordo per la tregua, ma un alto esponente ha detto questa mattina alla radio che “quiete chiama quiete“.

La decisione

Mentre il conflitto era ancora in corso il consiglio di sicurezza svoltosi a Tel Aviv – con il premier Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Avigdor Lieberman e il capo dello Stato maggiore Gadi Eisenkot – aveva deciso che l'esercito israeliano avrebbe continuato ad “agire con forza contro gli elementi terroristi”, trovando il pieno sostegno degli Stati Uniti. “I report dicono che fino a 180 razzi sono stati lanciati da Gaza – ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Heater Nauert – sostienamo il pieno diritto di Israele a difendersi e ad agire per prevenire provocazioni di questo tipo”. La Farnesina, da parte sua, aveva espresso “profonda preoccupazione” e condannato “l'escalation delle ultime ore tra Gaza e Israele”, la quale “evidenzia ancora una volta l'urgente necessità di lavorare per una soluzione politica a Gaza e per risolvere la crisi umanitaria nella Striscia”. L'escalation è stata anche dall'condannata dall'Onu – il cui inviato Nickolay Mladenov ha denunciato i razzi contro Israele – e dalla Francia. Il presidente palestinese Abu Mazen ha chiesto l'intervento della comunità internazionale “contro l'escalation di Israele”.

Situazione precaria

Nella Striscia la situazione – già fortemente precaria per l'elettricità, l'acqua potabile, i rifornimenti di energia – non è delle migliori: fonti locali di Gaza hanno riferito che gli ospedali hanno dichiarato lo stato di emergenza, richiamando tutti gli operatori sanitari. Gli eventi hanno cominciato a precipitare mercoledì pomeriggio quando l'esercito israeliano ha chiuso le strade attorno a Gaza per le minacce di Hamas per l'uccisione di due suoi miliziani il giorno precedente. Poi con i primi razzi è stato via via un crescendo: dei circa 180/200 lanciati, 30 sono stati intercettati dall'Iron Dome le cui postazioni sono state rinforzate. Almeno 150 gli obiettivi colpiti nella Striscia e tra questi una fabbrica per componenti per i tunnel, un'area usata dal comando navale di Hamas, un deposito di armi e anche due tunnel costieri d'attacco. Il palazzo colpito a Gaza secondo l'esercito era usato dalla sicurezza interna di Hamas, mentre fonti locali della Striscia hanno parlato di un centro culturale: almeno 18 i feriti.

Francesco Volpi

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